«Che c'entra il presidente della Repubblica con tutto questo?» domanda al premier Silvio Berlusconi Bruno Vespa, nel corso della trasmissione Porta a Porta dedicata alla bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta. Il presidente della Repubblica, risponde Berlusconi, in collegamento telefonico, «aveva garantito con la sua firma che questa legge sarebbe stata approvata» e quindi «data la sua notoria influenza sui giudici di sinistra», bastava «che il capo dello Stato intervenisse con la sua nota influenza di tutti i capi dello Stato sui componenti della Corte» e ci sarebbe stato un voto favorevole sul lodo Alfano.

Sono queste le parole che hanno innescato un battibecco tra Berlusconi e Rosy Bindi, esponente del Pd e vicepresidente della Camera, ospite in studio. Influenza «su che cosa?», domanda in sottofondo la Bindi, sovrapponendosi alle parole del premier. Poi, sempre più spazientita, aggiunge «ma insomma, ma no, ma no, non è possibile. Queste sono affermazioni gravissime».
Sento parlare la «signora Rosy Bindi», replica il premier, «È sempre più bella che intelligente».

A poco servono i tentativi di mediazione di Bruno Vespa: «La prego...», dice il conduttore a Berlusconi. No, mi preghi, prosegue il premier, ma «mi sono stancato di essere cortese con persone che sono sempre scortesi con me. Quindi, signora Rosy Bindi, non mi interessa nulla di quello che lei eccepisce».

Lei, la Bindi, risponde a tono: «Presidente, io sono una donna che non è a sua disposizione e ritengo molto gravi le affermazioni che questa sera lei ha fatto contro la Corte Costituzionale e contro il presidente della Repubblica».

«Lei vedrà», risponde Berlusconi, «che gli italiani la pensano in una maniera diversissiama da lei».

 

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