Il No-Berlusconi day da virtuale diventa reale. E gli organizzatori cantano vittoria: «Siamo certamente più di un milione», dicono.
Ma secondo la stima fornita dalla Questura di Roma sarebbero invece circa 90 mila i partecipanti alla manifestazione, partita da piazza della Repubblica.
In testa al corteo, organizzato per chiedere l'uscita di scena del premier, uno striscione su sfondo viola, colore ufficiale della manifestazione, con la scritta: «Berlusconi dimissioni». Sciarpe, cappellini, maglie di colore viola per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio.

La manifestazione si è conclusa in Piazza San Giovanni in Laterano, dove per oltre due ore si sono susseguiti gli interventi degli oratori, tra cui Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, Moni Ovadia, Ascanio Celestini, Dario Fo e Franca Rame, Fiorella Mannoia, il magistrato Domenico Gallo ed esponenti della società civile. Ha chiuso l'iniziativa, il concerto del cantautore Roberto Vecchioni.
A sorpresa è salita sul palco anche Fiorella Mannoia. «Sono qua - ha detto - perchè voglio solo un Paese normale, uno di cui non vergognarci quando andiamo all'estero, che investa sulla gioventù e la ricerca. Che se ne vadano loro, non noi».

Fra gli interventi più applauditi quello di Moni Ovadia: «Questa straordinaria manifestazione testimonia che questo Paese è vivo, chè è un Paese di cittadini e di persone e non di servi e sudditi come piacerebbe a quelli che ci governano», ha detto.
Secondo Dario Fo «è successo qualcosa di cui capiremo tutta l'importanza tra anni e anni, questa è una giornata storica. In piazza si è realizzato il paradosso di persone che attraverso la rete, non conoscendosi, sono venute qua a condividere le idee per cambiare questo mondo di m....».
Lo scrittore Josè Saramago ha inviato un messaggio nel quale sottolinea: «L'Italia è stata trasformata nella sua ombra grottesca, l'Italia non merita il destino che Berlusconi le ha tracciato senza il più elementare senso di vergogna di se stesso».
Salvatore Borsellino, fratello di Paolo ha sostenuto che «Il vero vilipendio è che persone come Schifani e Berlusconi occupino le istituzioni. Schifani non vuole chiarire i rapporti avuti con la mafia nel suo studio professionale». «Oggi finalmente - ha proseguito Borsellino - alcuni collaboratori di giustizia raccontano la verità su come Berlusconi è andato al potere, su come hanno sostenuto il suo partito».
Ettore Scola si è detto convinto «che una giornata come questa possa cambiare le cose in questo Paese. Bisognerebbe farne altre, per proporre alternative, per parlare di lavoro, di tasse, di occupazione, giustizia, extracomunitari».

È stato più volte applaudito l'intervento in video di Giorgio Bocca secondo il quale Berlusconi «è presidente del Consiglio perchè buona parte degli italiani è anti democratica ed è stata fascista». Per il giornalista «è importante questa manifestazione perchè è autonoma dai partiti, perchè rappresenta la prima opposizione seria che c'è». Tra i momenti più applauditi dell'intervento, la richiesta a Fini e soprattutto al Pd «di decidere cosa vogliono fare. Speriamo cambi qualcosa».


Il corteo, nato da un tam tam in Rete, è stata promosso da un arcipelago di organizzazioni e gruppi attivi su internet ma vede anche l'adesione di molti esponenti politici.
Visibili le bandiere dei partiti: quelle bianche dell'Italia dei valori, quelle rosse della Federazione della sinistra (Prc-Pdc), quelle dei Verdi e di Sinistra e Libertà. Il Pd non ha ufficialmente aderito all'iniziativa, ma in piazza ci sono, insieme a iscritti e aderenti, alcuni dirigenti del partito, come Rosy Bindi e Dario Franceschini.

«Questo non è un popolo di frustrati ma di indignati», sottolinea Rosy Bindi. Superate secondo il presidente del Pd le divisioni nel suo partito sull'opportunità di scendere in piazza, quanto all'Idv «se Di Pietro anziché attaccare noi fa un altro mestiere va bene». L'iniziativa è oggetto di aspro scontro verbale tra i partiti e nei partiti, anche per la mancata diretta della Rai. «È grave che la Rai non abbia mandato in diretta un evento di questo tipo. È un errore, una ineguatezza del servizio», dice Vincenzo Vita (Pd) che partecipa al corteo.

Per Antonio Di Pietro: «è la prima giornata di una resistenza attiva prima di dare la spallata finale ad un governo piduista e fascista». Il leader dell'Italia dei Valori smorza le polemiche con il Pd per la mancata adesione ufficiale alla manifestazione decisa dal segretario Pier Luigi Bersani: «oggi è la giornata di tutti nessuna polemica. Per l'Idv è troppo importante l'impegno politico sociale e epico che rappresenta». Di Pietro risponde anche a una domanda sui ripetuti appelli del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al dialogo tra le forze politiche sulle riforme: «Appena avremo l'occasione di ripristinare nel paese la democrazia partecipata e lo stato di diritto sarà necessario il confronto e il dialogo, ma come succede in tutti i regimi prima dobbiamo liberare il Paese».


Tra i migliaia di cartelli ce n'è anche uno che chiama in causa il presidente della Camera Gianfranco Fini, e recita: «Meno male che Gianfranco c'è». Proprio mentre partiva la manifestazione il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha lasciato Roma, per l'inaugurazione della nuova tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Milano.

 

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