Abbandonata la sciabola, ora La Repubblica sceglie il fioretto. Sul piano politico il colloquio del presidente del Consiglio con il giornalista Claudio Tito, pubblicato sabato, andrebbe letto in questo modo. Esaurita la linea dello scontro personale il quotidiano del gruppo L'Espresso sceglie di proseguire sulla strada di un confronto meno acceso. Almeno così lasciano intendere le parole di Ezio Mauro, ospite domenica sera della trasmissione Che tempo che fa.
«Non c'è conciliazione perchè non c'è guerra. C'è stato e ci sarà giornalismo», ha detto a Fabio Fazio il direttore, che è tornato a respingere l'accusa secondo la quale in questi mesi il suo quotidiano si è trasformato nel 'partito-Repubblica'.

Ma la community che si è creata intorno al quotidiano in questi mesi, a partire dai giorni delle dieci domande di Giuseppe D'Avanzo al presidente del Consiglio alle quali Silvio Berlusconi ha risposto solo a Bruno Vespa, a Porta a Porta, non sembra convinta.
E sui blog in molti si domandano come mai quella vicenda sia stata messa da parte. «Perchè Repubblica intervista Berlusconi senza fargli nessuna delle dieci domande? Se ne sono dimenticati pure loro o è tutto un magna magna?», scrive Camillo. E ancora: «La Madunina in testa deve averla presa anche Ezio Mauro». Pure Luca non usa mezzi termini: «Così ci viene da dubitare della vostra intelligenza o della vostra serietà (e per vostra intendo di Repubblica)».
Insomma, il quotidiano del gruppo L'Espresso, con l'intervista-colloquio di sabato 9 dicembre sembra aver scontentato una parte dei suoi lettori. Ma Ezio Mauro rilancia il ruolo avuto da Repubblica in questi mesi: «Il peso dei giornali per rappresentare pezzi dell'opinione pubblica e per criticare e discutere con il potere si è fatto rilevante e non può essere sostituito con mezzi anche più potenti come la televisione e internet.» Nel momento del «grandissimo strapotere di questi mezzi», sottolinea « si scopre che il buon vecchio giornale ha qualche cosa da dire in modo più penetrante e può raccogliere qualche cosa che è diverso dal senso comune e che è la pubblica opinione».

L'intervento di Mauro a Che tempo che fa ha provocato una nuova dura reazione del presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchito. Il direttore è tornato sull'accusa rivolta al suo giornale di «avere armato la mano dell'aggressore di Berlusconi». «È stato un tentativo miserabile - ha detto Mauro - di trarre qualche vantaggio politico sperando di mettere Repubblica in un angolo. Certamente fa impressione vedere un esponente di primo piano della P2 che si alza in un'Aula parlamentare e pronuncia una lista di proscrizione nei confronti di giornalisti, giornali e personaggi televisivi. Era una cosa a cui non eravamo abituati». Cicchitto ribatte: «Secondo Ezio Mauro la Repubblica deve avere il monopolio degli attacchi politici e personali; gli sono saltati i nervi perchè qualcuno in un'Aula parlamentare ha reso esplicito quello che il suo giornale ha fatto per tutto il 2009».

sara.bianchi@ilsole24ore.com

 

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