I paesi europei hanno accumulato scorte di vaccini per l'influenza A che non sono state ancora consumate. Così tra acquisti e somministrazioni dei vaccini si è creata una enorma distanza.
In Italia l'obiettivo da raggiungere era quello di vaccinare 24 milioni di persone (il 24 per cento della popolazione) mentre, fino ad oggi, sono state utilizzate 35.300 dosi.
Tra medici e infermieri solo il 15 per cento ha detto sì al vaccino e non arrivano al 12 per cento gli immunizzati dai 6 mesi ai 65 anni tra coloro che hanno precarie condizioni di salute. Mentre alle donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza sono state somministrate 21.376 dosi, pari all'11 per cento del totale.
La spesa si aggirerebbe intorno ai 200 milioni di euro per oltre 40 milioni di dosi di vaccino. Senza contare che l'Italia, se si fanno confronti con il resto d'Europa, sembra essere stato il paese più oculato negli acquisti.

Margaret Chan, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità propone di donare i vaccini non utilizzati ai paesi in via di sviluppo., ma avverte che «anche se il pericolo sembra scampato non bisogna abbassare la guardia perché il virus può ancora mutare». E l'allerta resta per i prossimi sei-dodici mesi.

«Su questa storia dei vaccini sarà forse il caso di fare luce in Parlamento», secondo il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. «Alla prova dei fatti - spiega - l'influenza di quest'anno si è rivelata simile a quelle del passato e per molti versi più leggera. Ricordo gli errati inviti in pieno luglio a chiudere le scuole a settembre, che il ministro Gelmini ed io stesso con lungimiranza stroncammo. Come ai tempi dell'epidemia aviaria, si comprano quantità ingenti di vaccini poi non utilizzati».
Secondo Gasparri «è difficile non pensare a manovre speculative a livello planetario di spregiudicate multinazionali, così potenti da condizionare un'informazione che con il suo allarmismo diventa scendiletto di pescicani». Bisogna capire, dice il presidente dei senatori Pdl «se chi ha guadagnato senza ragione potrà restituire le risorse accumulate a colpi di bugie».

 

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