Sulla portaerei Cavour in navigazione verso Haiti per portare soccorso alla popolazione colpita dal terremoto «sono imbarcati mezzi utili come gru, torri di illuminazione, semoventi e anche qualche Lince per contribuire al mantenimento della sicurezza sul'isola devastata dal terremoto.». Lo ha reso noto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel corso di un'audizione alle commissioni congiunte Difesa di Camera e Senato. Il ministro ha ricordato che la nave é in grado di svolgere una grande opera di aiuto, soprattutto sanitaria. L'azione, ha sottolineato il ministro, avverrà in accordo con il governo brasiliano che fornirà del personale sanitario. «La nave é un vero e proprio ospedale avanzato», una città che si sta muovendo verso Haiti. Il ministro ha parlato delle capacità di questo ospedale sull'acqua: ci sono 1.208 posti letto, su una superficie di 400 mq con 2 sale operatorie, una sala di radiologia, una sala per le ustioni. Il team ospedaliero é composto da 50 unità.

Tappa a Civitavecchia per caricare aiuti. La portaerei partita da La Spezia ha fatto tappa nel porto di Civitavecchia per caricare complessivamente 160 tonnellate di beni di prima necessità e materiale per l'emergenza movimentati da camion del Wfp provenienti dalla Base di Pronto intervento umanitario di Brindisi (Unhrd). A bordo magazzini e uffici prefabbricati oltre a generatori elettrici, per 130 tonnellate. Caricati anche aiuti di Agire, il network di organizzazioni non governative attive in Italia: cibo, tende e sistemi di distribuzione dell'acqua, per ulteriori 30 tonnellate, destinati alla martoriata popolazione di Haiti. Il Wfp ha ringraziato «il Ministero della Difesa e la Marina italiana per il sostegno alla propria operazione di emergenza che intende raggiungere circa 2 milioni di haitiani colpiti dal terremoto». Tra lunedì e martedì anche due voli italiani - uno partito da Fiumicino e organizzato dalla Protezione Civile, l'altro della Cooperazione Italiana allo Sviluppo e decollato dalla Base di Pronto intervento umanitario gestita dal Wfp a Brindisi - erano partiti con a bordo soccorsi urgenti per Haiti.


Fondi certi per la difesa. Il ministro ha chiesto, sintetizzando in commissione al Senato i risultati del primo anno di lavoro della speciale Commissione di alta consulenza e studio sui sistemi di difesa, risorse finanziarie «stabili e certe» per un periodo di almeno 10 anni, utilizzabili in modo flessibile. «Negli altri paesi - ha detto il ministro - si investe sulla difesa in media dall'1 al 4% del prodotto interno lordo», anche «in base alla percezione dei rischi e delle minacce»: premesso che è «difficile paragonare sistemi diversi», che si rischia di «rapportare indici diversi con effetti distorsivi», è indiscutibile che «noi siamo sotto questi livelli, anche sotto il livello indicato come necessario dalla Nato», e che questo «è anche il frutto di una valutazione culturale, politica e ideologica che in anni passati ha portato addirittura a
definire eccessiva la spesa militare». La Commissione di alta consulenza - spiega La Russa - «ha
individuato come punto di riferimento un livello di spesa di poco inferiore all'1%, pari per l'esattezza allo 0,86%, inferiore a quello degli altri ma stabile nel tempo, in modo da pianificare un futuro non inferiore ai 10 anni».

 

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