Meno extracomunitari uguale meno criminali. Silvio Berlusconi fa sua l'equazione che vede immigrati e delinquenti legati da una relazione inscindibile. Il premier ne ha parlato dopo il Consiglio dei ministri a Reggio Calabria, rivendicando il pugno di ferro contro l'immigrazione clandestina, che ha dato risultati «molto positivi». Un fatto importante, ha sottolineato Berlusconi, perchè una «riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali».

La tesi non è nuova, ed è quasi quotidianamente proclamata dalla Lega Nord. È però la prima volta, forse complice l'incipiente campagna elettorale per le regionali, che il premier parla degli «extracomunitari» come potenziali manovali del crimine. Una volta di più, colpisce la distanza dall'altro «co-cofondatore» del Pdl Gianfranco Fini, che nelle stesse ore in cui Berlusconi parlava in Calabria dava voce a una visione opposta del problema immigrazione. La posizione sul tema del presidente della Camera è condivisa dall'opposizione, che cavalca la polemica contro Berlusconi accusando il premier di razzismo e di subalternità al pensiero leghista.

«Una frase così - commenta il segretario del Pd Pier Luigi Bersani - ci mette fuori da qualsiasi contesto moderno. Un governo non può sempre agitare le paure, deve saper anche guidare il paese alla razionalità». E se il segretario della Cisl Bonanni invita Berlusconi a non fare populismo, la Conferenza episcopale italiana, per bocca del segretario generale Mariano Crociata, contesta l'equiparazione tra immigrati e delinquenti. «Dai nostri dati risulta che la percentuale della criminalità tra italiani e stranieri è analoga se non identica», ha detto mons. Crociata. Il segretario della Cei ribadisce l'importanza di difendere «la dignità di ogni persona umana che non può essere oggetto di pregiudizio e di discriminazione», chiedendo alle istituzioni di «guardare con attenzione alle esigenze di ogni persona». Il direttore della fondazione Migrantes della Cei, Giancarlo Perego, precisa di ritrovarsi nell'analisi del premier per quanto riguarda gli episodi di criminalità che coinvolgono gli immigrati clandestini, e, per tutta risposta, chiede al governo di lavorare per «regolare da subito la situazione di tanti immigrati presenti nel nostro territorio». (M. Do.)

 

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