«Si impone una semplificazione di tutto il sistema tributario, ma sarà un lavoro lungo, duro. Spero che possa essere sufficiente un anno, ma è un lavoro davvero improbo». Così il premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa al termine del primo Consiglio dei ministri del 2010. «L'attuale situazione di crisi – ha detto il premier - non permette nessuna possibilità di riduzione delle imposte». L'attuale debito pubblico comporterà, solo di interessi, una spesa di 8 miliardi di euro all'anno. «In questa situazione - ha sottolineato il premier - è fuori discussione poter pensare a un taglio delle imposte».

In futuro il quoziente familiare. Il Cavaliere ha ribadito che «il quoziente familiare resta un nostro impegno, ma purtroppo non c'è nessuna possibilità che questo possa avvenire», rispondendo così a coloro che oggi ricordano come questo metodo di tassazione fosse nel programma elettorale del centrodestra. «È un fatto di giustizia e di semplificazione - ha detto Berlusconi -, é la direzione prima su cui in futuro potremo convogliare una evetuale decisione sul calo dele tasse».


Attacchi di alcuni Pm anche peggio di Tartaglia. Dopo aver parlato degli «altri
politici che ancora ci considerano degli usurpatori» e dalla politica delle «risse da pollaio in tv», Berlusconi lancia l'affondo alla magistratura. «Mi attaccano sul piano politico e, lo vedete, sul piano giudiziario le aggressioni sono parificabili a quelle di piazza del Duomo, se non peggio».

Nessun decreto sospendi-processi. Il Consiglio dei ministri non ha emanato il decreto legge per sospendere i processi nel caso in cui l'imputato voglia accedere al rito abbreviato «perché siamo arrivati alla conclusione che la sentenza 333 della Corte Costituzionale possa essere applicata direttamente dai giudici senza bisogno di un'interpretazione del governo attraverso un atto legislativo». Il premier non ha risparmiato una battuta: «Leggendo su alcuni giornali che c'era in programma un dl blocca processi, ho detto che ci vorrebbe un dl blocca calunnie perché questa è l'attività di molti giornali rispetto all'operato del Governo».

Il piano carceri è una soluzione che durerà nel tempo. «In passato si sono fatti condoni eamnistie, noi vogliamo creare una situazione che duri nel tempo». Questo il senso del piano carceri varato dal Consiglio dei ministri. Una «decisione importante - ha detto il Cavaliere - su un problema che assedia ilnostro paese da sempre: il numero di detenuti. Ieri notte c'é stato un record: sono 66.670 Le persone che hannodormito nelle carceri italiane, in situazioni che uno statocivile non può più tollerare», in particolare per le «condizioni igieniche».(N.Co.)

 

Shopping24