È stato il presidente della Camera, aprendo, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano i lavori di un convegno di studio su Andrea Costa, organizzato dalla Fondazione presieduta da Fausto Bertinotti, a sottolineare il particolare significato che assume il centenario della morte del primo socialista entrato in Parlamento per il fatto di capitare giusto un anno prima delle celebrazioni per centocinquantesimo anno dell'Unità d'Italia.

Le origini ideali e politiche di Costa sono tutte nel movimento anarchico: con Bakunin dalla Comune di Parigi alla prima internazionale, dalla quale l'agitatore russo fu espulso proprio da Karl Marx, al fallimento dell'insurrezione di Bologna del 1874. Ma proprio a partire da quell'avvenimento, che si concluse con Bakunin che scappa in Svizzera vestito da prete e Costa che viene arrestato e portato in galera, inizia l'evoluzione di quest' ultimo verso il socialismo che così abbandona, se non la scelta rivoluzionaria, almeno quella insurrezionalista.

Ma è soprattutto nel 1882, quando approda in Parlamento e pratica le istituzioni della democrazia liberale, che si concretizza l'evoluzione dell'ormai ex anarchico insurrezionalista. Costa in Parlamento stringe rapporti con la sinistra risorgimentale di Cavallotti, con la quale fonda il fascio delle opposizioni e in questo modo riesce anche a collegare il movimento operaio e socialista con la tradizione risorgimentale. Un collegamento questo messo ben in evidenza nel convegno di oggi dagli interventi di Bertinotti, di Giuseppe Tamburrano, di Giuseppe Parlato, di Giuseppe Vacca e di Angelo Ventrone. E il completamento della marcia del primo deputato socialista nelle istituzioni si completa nel 1909 quando viene eletto vicepresidente della Camera.

Del resto Costa aveva ben conosciuto quella che potremmo chiamare la sinistra borghese, quando gli anarchici romagnoli, tra bevute e duelli, si confrontavano con i mazziniani. Nel 1884 aderisce anche alla massoneria. Né va dimenticato che Costa era stato allievo di Giosuè Carducci e che con il suo maestro aveva condiviso il robusto e sanguigno anticlericalismo dell'Inno a Satana («Salute o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione!»).

Il seguito che Costa ebbe, in Emilia Romagna soprattutto, fu davvero consistente. Tra i socialisti, ma non solo. A lui continueranno a fare riferimento gli anarchici. E non soltanto. Benito Mussolini, per esteso si chiamava Benito Amilcare Andrea. Perché il padre Alessandro, socialista dell'ala anarchica, volle in questo modo rendere omaggio al leader rivoluzionario Benito Juarez ex presidente del Messico, ad Amilcare Cipriani, patriota italiano e socialista, e ad Andrea Costa. E proprio Fini, al termine della cerimonia, chiacchierando con gli scolari imolesi che vi avevano partecipato, ha voluto rammentare che una delle due curve dello stadio di Bologna si chiama appunto: Andrea Costa.

 

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