CATANZARO – La lotta è tutta nel Pd calabrese e in palio c'è la candidatura a governatore. E mentre il centrodestra ha chiarito che il suo unico candidato è Giuseppe Scopelliti sindaco di Reggio Calabria, escludendo l'ipotesi di Bernardo Misaggi medico che curò la mamma di Silvio Berlusconi, nel centrosinistra la gara per le primarie si fa dura tra il governatore uscente Agazio Loiero, ex Margherita, il presidente del consiglio regionale Giuseppe Bova ex diessino, la parlamentare Doris Lo Moro che ha guidato il potente assessorato alla Sanità da cui passa il 60% del bilancio della Regione, e il consigliere regionale Bruno Censore. Tutti del Pd e bersaniani. Situazione ben diversa da quanto accade in Puglia.

Il disegno iniziale era di fare le primarie con una legge regionale approvata dal consiglio in agosto, ma impugnata dal governo. Sulla proposta legislativa modificata secondo allo scadere dello scorso anno il Pd attraverso il capogruppo alla Regione Nicola Adamo ha presentato un emendamento facendo slittare gli effetti della legge alla prossima legislatura, per evitare troppe polemiche a tre mesi dalle elezioni amministrative per il rinnovo del presidente della giunta e del consiglio calabrese. Nel bilancio di previsione dell'esecutivo regionale era stata prevista una spesa di 2,5 milioni di euro, mentre il testo legislativo in aula la limitava a 600 mila euro.
Adesso le spese delle primarie sono tutte a carico del centrosinistra. Che è stato costretto a spostarle da domenica 10 al 17 gennaio soprattutto per riuscire a trovare i fondi necessari e mettere in moto la macchina organizzativa.

Con una candidatura del centrodestra ben definita, secondo il governatore Loiero c'è il rischio di "infiltrazioni da parte dell'opposizione che potrebbero snaturare il voto favorendo il candidato più debole". Un altro rischio paventato dal presidente è che "Scopelliti non ama Catanzaro", innescando così una vecchia questione di campanile che portò nel '70 a spostare il capoluogo da Reggio a Catanzaro: nella città dello Stretto è rimasta la sede del consiglio regionale ed a Catanzaro c'è la giunta. Domenica scorsa in una convention di suoi elettori a Lamezia Agazio Loiero si è detto convinto dell'esistenza di "una sorta di congiura" contro di lui e contro ciò che rappresenta. Accusando i suoi avversari tutti interni al suo stesso partito, e ostentando la possibilità di formare sette liste a suo sostegno: Pdci, Rifondazione, Mpa, Verdi, Psi, un gruppo di dissidenti dell'Idv ed un altro di docenti universitari.

L'asso nella manica di Giuseppe Bova potrebbe essere la sua proposta di alleanza con l'Udc, che in Calabria conta poco meno del 10%. Un'intesa così stretta da promettere al segretario regionale Franco Talarico il governatorato. Una voce fuori dal coro è quella di Doris Lo Moro, che nonostante fino a due anni fa sia stata nella giunta Loiero l'attacca frontalmente e parla di "faida interna tra Loiero e Bova a colpi di potere". Lo Moro sabato scorso nell'assemblea del Pd calabrese ha detto d'essere molto vicina all'uscita dal partito. Anche Censore s'è detto pronto a rinunciare alla candidatura. Così le primarie potranno giocarsi fra i due presidenti, della giunta e del consiglio. Il tutto in assenza, almeno per ora, di interventi da parte dei vertici del Pd, come hanno sottolineato alcuni sostenitori di Loiero, e con il rischio che lo scontro interno al partito vada al di là delle primarie e si traduca un elemento di debolezza del centrosinistra al momento del voto, col rischio fondato di consegnare la Regione a Scopelliti.

 

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