In Puglia è alleato con il Pd di Francesco Boccia, nel Lazio con il Pdl di Renata Polverini. Anche se l'accordo in questa regione, dice lo stesso Pierferdinando Casini, è messo a rischio dai «falchi leghisti». Se è lo stesso leader dell'Udc ad affermare in un'intervista al Corriere che metterà in discussione l'alleanza se la Lega Nord non abbasserà i toni dei suoi attacchi, in Calabria è il governatore uscente Agazio Loiero che minaccia di calcare le orme di Nichi Vendola in Puglia, affermando che se il partito di Bersani dovesse allearsi con Casini, lui si candiderebbe da solo. «Casini ha un conflitto con Berlusconi – ha detto Loiero in un'intervista a Repubblica - e se viene con noi non è per un convincimento politico ma perché ha rotto con il Pdl».

Sull'alleanza Pdl-Udc nel Lazio, invece, è proprio il ministro leghista Roberto Calderoli a gettare benzina sul fuoco: «Finalmente Casini ha parlato chiaro. Sulla base delle sue dichiarazioni abbiamo capito dove abbia trovato l'ispirazione per la sua strategia politica per le Regionali: è quella di Craxi e dei Socialisti della Prima Repubblica». Alla Lega risponde a sua volta lo stesso segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che da Caltagirone dice «mi pare che l'atteggiamento della destra mostri segnali di arroganza e condizionamento da parte della Lega» anche nei confronti dell'Udc per le alleanze alle prossime regionali. Il leader del Pd ha sottolineato che il suo partito ha «già definito il quadro su 9 regioni mentre ci sono ancora 2-3 situazioni non semplici sulle quali bisogna ancora lavorare». «Noi stiamo agendo per fare del Partito democratico – ha aggiunto Bersani - il perno di convergenze più ampie per battere la destra e per delineare i primi elementi di una possibile alternativa. Vedo quello che sta succedendo tra destra e Udc, e noi abbiamo un atteggiamento che sta al merito. L'Udc ha fatto una scelta politica generale - ha osservato il segretario del Pd - noi ne prendiamo atto e lavoriamo Regione per Regione in chiave federalista per vedere se ci sono convergenze su programmi e candidature. Fin qui abbiamo fatto passi avanti».

La posizione del premier: pronto all'aut-aut, mercoledì si farà chiarezza Sarà mercoledì, nell'ufficio di presidenza del Pdl rinviato di una settimana, che Silvio Berlusconi cercerà di chiudere il quadro delle candidature alle regionali e definire una volta per tutte la strategia delle alleanze con l'Udc. Il Premier vuole rafforzare il no alle alleanze variabili, ed è pronto all'aut-aut: un conto è la politica nazionale, quel doppio-fornismo che a Berlusconi non piace, altro gli accordi locali, che pure dovrebbero chiudersi, oltre che nel Lazio, anche in Calabria e Campania. O Casini accetta questo, o meglio far saltare tutto. Linea su cui i finiani sono decisamente più cauti, per l'importanza che il voto centrista può avere per la vittoria di Polverini nel Lazio.
Da giorni Silvio Berlusconi, che rientrerà a Roma martedì, ripete nei colloqui privati la tentazione di sganciarsi dall'Udc, convinto della capacità del Pdl di affermarsi anche da solo e attento agli umori della Lega, da tempo contraria al doppio forno centrista. Il premier ne ha parlato a colazione nei giorni scorsi anche con Gianfranco Fini, meno intransigente però nei confronti dell'Udc.

 

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