Una gelata, rigidissima dalle parti dei governatori ma sensibile anche fra presidenti di provincia e sindaci. I politici locali escono da un 2009 di scontri al calor bianco accompagnati da un consenso decisamente più tiepido rispetto al passato.

Il riflusso abbraccia tutti i livelli di governo e schiaccia soprattutto i numeri dei governatori (il 76% di loro scende rispetto al giorno delle elezioni, mentre rispetto al Governance Poll dell'anno scorso il rosso colpisce il 73% di loro), senza risparmiare i presidenti di provincia (il 64% di loro flette rispetto alle elezioni) e i sindaci.

Tra i pochi (quasi) superstiti spicca Giancarlo Galan, che otterrebbe oggi l'appoggio del 56% dei veneti, con un aumento del 5,4% rispetto alle elezioni di cinque anni fa: Galan, però, non potrà dimostrarlo alle urne, perché dopo aver lottato come un leone per settimane ha dovuto accettare quello che considera «peggio di un tradimento, un errore» e lasciare spazio al candidato leghista Luca Zaia, in vista probabilmente di un incarico romano (forse lo stesso ministero dell'Agricoltura che sarà lasciato libero da Zaia).

Il braccio di ferro con Roma, forse, ha contribuito a far brillare la stella del governatore veneto, che si incunea al primo posto grazie anche alla crisi che ha colpito i tradizionali primatisti del consenso. Il colpo più duro ha centrato Lombardo, che nel Governance Poll dell'anno scorso era riuscito addirittura a migliorare il plebiscito ottenuto alle elezioni (da 65,4% a 67%) e oggi, dopo il varo della terza giunta in poco più di un anno e mezzo, atterra 17 punti più in basso a quota 50 per cento. Ad abbattere le performance dell'ex "governatore più amato d'Italia" è stata anche la rottura con l'ala "lealista" del Pdl, che fa capo a Renato Schifani e Angelino Alfano, ma anche la vicenda del nuovo «rimpasto»: far, infatti, partire un «governo di minoranza» in attesa di un «appoggio esterno» del Pd non offre certo il vocabolario più fresco e adatto a mietere consensi.
Giù di forma anche Roberto Formigoni, che nella flessione generale mantiene il secondo posto in graduatoria nonostante lasci sul campo undici punti in dodici mesi. Per carità, il 55% di appoggi di cui è accreditato bastano a Formigoni per assicurarsi il quarto mandato e inaugurare da presidente la nuova sede, ma il passare del tempo e l'affacciarsi di inchieste che hanno coinvolto personaggi vicini al governatore (dal caso Abelli alla carcerazione dell'assessore Prosperini) non hanno giovato al suo smalto.

In vista delle elezioni di marzo, però, i problemi più urgenti si concentrano a sinistra. La tappa obbligatoria per chi cerca l'epicentro della crisi del Pd è la Campania, dove il governatore Antonio Bassolino lima ulteriormente il proprio record negativo, portando dal 39% al 38% il limite minimo di consensi ottenuti da un politico locale. Con il 40% ottenuto dal sindaco di Caserta Petteruti e il 43% di Rosa Russo Iervolino a Napoli si disegna un trittico del dissenso che chiederà un miracolo per ribaltare la situazione alle elezioni di marzo: resta da trovare il nome dell'aspirante messia, tra il bassoliniano Ennio Cascetta (assessore regionale ai trasporti), il segretario regionale Pd Enzo Amendola e l'outsider Vincenzo De Luca, che potrebbe cercare di allargare a livello regionale il primato di consensi che l'ha riportato a guidare Salerno contro la volontà dello stesso Pd.

Partita delicatissima anche in Puglia, dove l'ingresso in campo di Francesco Boccia e l'appoggio Udc cambiano il quadro, e in Liguria, dove Claudio Burlando (governatore uscente e ricandidato) lotta sul filo del 50%, superato invece dalla collega piemontese Mercedes Bresso, che ha ottenuto anche l'accordo con i centristi di Pier Ferdinando Casini.

Lo spegnersi dell'entusiasmo degli elettori colpisce anche in provincia, dove l'eccezione più plateale è rappresentata da Stefania Pezzopane, presidente dell'Aquila, premiata per l'attivismo dimostrato nel dopo-terremoto. Con il suo 70%, 24 punti sopra rispetto all'anno scorso, strappa il primato al catanese Giuseppe Castiglione, neopresidente dell'Unione dell Province, che perde il 4% rispetto all'anno scorso e si ferma al secondo posto.
gianni.trovati@ilsole24ore.com

 

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