Una nota del ministero degli Esteri del Cairo denuncia le violenze in Calabria, ma la questura di Reggio precisa: «Nessun egiziano tra gli immigrati». 17 arresti in un blitz della polizia contro il clan Bellocco


L'Egitto interviene sulla questione degli scontri di Rosarno, denunciando «la campagna di aggressione» e «le violenze» subite dagli «immigrati e dalle minoranze arabe e musulmane in Italia». Il ministero degli Esteri del Cairo Aboul Gheit chiede al governo italiano di «prendere le misure necessarie per la protezione delle minoranze e degli immigrati».

Le organizzazioni internazionali per i diritti umani, si legge in un comunicato di parte egiziana riportato dalle agenzie di stampa, «hanno registrato negli ultimi tempi una crescita di questi episodi, in particolar modo di quelli razzisti, e della condizione di disagio degli immigrati in Italia a causa delle condizioni di detenzione, della violazione dei loro diritti economici e sociali e della pratica delle espulsioni coatte». Il Cairo si appella alla comunità internazionale affinchè intervenga sulla questione della «discriminazione religiosa, razziale e dell'odio contro gli stranieri per evitare che questo tipo di incidenti si ripetano in futuro». La questione sarà sollevata, spiega la nota del Cairo, nel corso di un incontro fra il ministro degli Esteri Gheit e il collega italiano Franco Frattini il 16 gennaio.

Dalla Mauritania (dove si trova per una visita ufficiale) il responsabile della Farnesina si è detto «pronto a parlare con l'Egitto», respingendo come «inaccettabile» qualunque forma di violenza simile a quella vista a Rosarno. Sui fatti specifici, però, Frattini ritiene che le violenze in Calabria non c'entrino con l'Egitto, nè con gli egiziani e non abbiano avuto alcuno sfondo etnico-religioso. Giudizio che sembra confermato anche da un rapporto della questura di Reggio Calabria, secondo la quale non ci sono egiziani nel gruppo di immigrati che si trovavano a Rosarno e che, dopo gli incidenti dei giorni scorsi, sono stati portati nei centri di accoglienza di Crotone e Bari. Caustico il commento del leader della Lega Nord Umberto Bossi: «Guardate come trattano i cristiani in Egitto: li fanno fuori tutti» (facendo riferimento ai massacri dei cristiani copti avvenuti in questi giorni, n.d.r.).

La questione Rosarno, però, resta sotto i riflettori anche per le agenzie internazionali dei diritti umani e per l'Onu. In un comunicato diffuso a Ginevra, i relatori speciali delle Nazioni Unite sui diritti dei migranti e contro il razzismo, Jorge Bustamante e Githu Muigai, affermano che lo scoppio di violenze in Calabria «è estremamente preoccupante perché rivela problemi gravi e profondamente radicati di razzismo contro i lavoratori immigrati». La nota dei due responsabili Onu chiede al governo di Roma di «prendere tutte le misure necessarie per combattere i crescenti atteggiamenti xenofobi contro i lavoratori migranti che hanno condotto la scorsa settimana ai tragici fatti di Rosarno».

E dopo le dure critiche di ieri dell'Osservatore Romano, oggi è intervenuto sulla vicenda anche il presidente della commissione Cei per le migrazioni, mons. Bruno Schettino, affermando che «gli episodi di Rosarno hanno messo in evidenza la debolezza del sistema di accoglienza e di integrazione. È stata una lotta tra poveri e chi maggiormente è stato sconfitto è stato il più povero: l'immigrato».

La cronaca
Nel centro calabrese intanto, l'automobile di un immigrato è stata incendiata la scorsa notte: l'immigrato - secondo le forze dell'ordine non coinvolto negli scontri dei giorni scorsi - è un ghanese con regolare permesso di soggiorno che fa il bracciante agricolo e che vive nel centro del paese, in un'abitazione presa in affitto. Per spegnere l'incendio l'uomo è stato aiutato da alcuni vicini di casa.

Aspettando che il ministro dell'Interno Roberto Maroni riferisca nel pomeriggio in Senato sui fatti di Rosarno, la squadra mobile di di Reggio Calabria ha eseguito questa mattina 17 ordinanze di custodia cautelare contro altrettanti presunti affiliati alla cosca Bellocco, cui viene contestato il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Eseguito dalle forze dell'ordine anche un sequestro di beni per alcune centinaia di migliaia di euro. Si tratta, in particolare, di alcuni supermercati e discount ubicati nel centro del paese e nell'immediata periferia: esercizi di proprietà di affiliati alla cosca ma intestati a prestanome.

Stamattina, intanto, sono ripresi i lavori di demolizione delle strutture di ricovero per immigrati dell'ex fabbrica Rognetta. Un lavoro che una volta completato proseguirà con la demolizione dell'altro centro di ricovero, realizzato in una fabbrica dell'ex Opera Sila. Attività, quest'ultima, più complessa e dai tempi più lunghi perchè le strutture da abbattere sono più grandi. (M. Do.)

 

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