Tutti gli immigrati di Rosarno che le forze di polizia hanno trasferito nei centri di Crotone e Bari, se risulteranno clandestini, saranno espulsi. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, durante 'L'intervista' a Skytg24. «Gli extracomunitari che erano a Rosarno - ha spiegato il titolare del Viminale – sono stati portati tutti nei centri di prima accoglienza, alcuni se ne sono andati spontaneamente: si tratta di cittadini con regolare permesso di soggiorno o che hanno presentato domanda come rifugiati politici, quindi secondo le leggi italiane con il pieno diritto di muoversi sul territorio italiano. Per gli altri inizieranno le procedure di identificazione, dopodiché analizzeremo il loro status giuridico e procederemo di conseguenza applicando la legge italiana».

Le responsabilità della 'ndrangheta. «È una coincidenza troppo coincidenza la circostanza che da un lato il governo, le istituzioni intervengono massicciamente contro la 'ndrangheta con rinforzi di polizia e di magistrati e, a distanza di qualche ora scoppia la rivolta a Rosarno provocata da spari contro alcuni extracomunitari». Così si è espresso invece il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ai microfoni del Giornale Radio Rai sulla presenza della criminalità organizzata dietro le sommosse degli immigrati in Calabria. Quanto al destino degli immigrati, Mantovano, ha chiarito che «la prima esigenza era quella di riportare l'ordine nella piana e di alleggerire la tensione. Questo spiega il trasferimento in vari centri si accoglienza. La posizione degli immigrati sarà vagliata dai responsabili dei centri: alcuni di loro sono regolari, altri hanno presentato domanda di riconoscimento di status di rifugiati, altri sono clandestini. Sulla base del profilo di ciascuno ci saranno dei provvedimenti conseguenti».

La legge "Bossi-Fini" e la tolleranza zero. Che la ‘ndrangheta abbia cavalcato la protesta di Rosarno «è una delle piste possibili», ma i responsabili di quello che è successo, frutto di una «tolleranza sbagliata», «sono tanti» e, tra questi, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, punta l'indice sulla Regione, gli enti locali, gli imprenditori («che sfruttano questa povera gente») e le associazioni di categoria.
Accuse rispedite subito al mittente, a partire dal Governatore della Calabria, Agazio Loiero: «Il primo ad avere tollerato la situazione di Rosarno è proprio il ministro Maroni».
Maroni, replicando poi al leader del Pd Bersani, ha affermato che «la legge Bossi-Fini non c'entra niente con la situazione di Rosarno. La legge stabilisce un principio sacrosanto e cioè che può entrare in Italia chi ha un contratto di lavoro. Ed è la legge che stiamo applicando. Purtroppo è una legge che spesso viene violata e disapplicata perché il racket della criminalità riesce a far entrare in Italia clandestinamente queste persone. La tolleranza di cui parlavo e di chi si accorge che ci sono queste situazioni e non fa nulla per contrastarle».
«In Calabria lo Stato c'è», ha concluso Maroni, «e interverrà in tutte le situazioni analoghe che ci sono nel paese».

"Allontanti" 1.128 migranti. I braccianti di colore portati via da Rosarno in meno di 36 ore dopo gli scontri iniziati giovedì pomeriggio sono stati 11.28 come ha reso noto la Questura di Reggio Calabria. Tra questi 428 extracomunitari sono stati portati con i pullman al centro di prima accoglienza di Crotone; altri 400 al Cpa di Bari. E 300 - secondo la stima della Polizia - hanno lasciato Rosarno utilizzando i treni diretti al Nord.

Il Papa: rispetto per gli immigrati. Il Papa nell'Angelus in piazza san Pietro ha fatto riferimento ai fatti accaduti nei giorni scorsi a Rosarno: «L'immigrato è un essere umano, differente per cultura e tradizione ma comunque da rispettare», e «la violenza non deve essere mai per nessuno il modo per risolvere le difficoltà».

 

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