I media stranieri scoprono un'altra faccia dell'Italia e non c'è di che andare orgogliosi. Gli scontri di Rosarno gettano luce su un lato del Paese «raramente visto negli itinerari turistici», scrive il New York Times, descrivendo le crescenti tensioni razziali in un'Italia «lacerata tra accettazione e xenofobia».

La foto di un immigrato ferito, medicato dopo i disordini, campeggiava stamattina sulla homepage del sito internet del quotidiano newyorchese. Il titolo: «Sospettato ruolo della mafia in scontri razziali italiani».

Sono tra i «peggiori» scontri esplosi in Italia negli ultimi anni. «Le immagini provenienti della Calabria», scrive Rachel Donadio, «sono il più vivido esempio delle crescenti tensioni razziali in Italia, esacerbate da una crisi economica la cui profondità è stata solo di recente riconosciuta nel dialogo nazionale. Sia l'economia ufficiale sia quella sommersa fanno affidamento sugli immigrati, mentre l'Italia è lacerata tra accettazione e xenofobia». E la criminalità organizzata ha «una forte presa» su ogni livello dell'economia calabrese.

I disordini di Rosarno hanno ampio spazio su molte altre testate straniere, con attenzione alle eventuali implicazioni della ‘Ndrangheta.
Il britannico Guardian ha oggi un titolo d'effetto: «Città italiana del Sud "sola città bianca" del mondo dopo pulizia etnica». Il titolo riprende una battuta di Luigi Manconi, sottosegretario alla Giustizia nel precedente governo di centrosinistra. Si tratta di una pulizia etnica «sanguinosa», nota il corrispondente John Hooper, con scene che ricordano il vecchio «profondo Sud» americano.

Sull'edizione online del Guardian c'è un altro titolo forte: «Italia, un Paese unito dal razzismo». Il commento di Vittorio Longhi osserva che la persecuzione degli immigrati è un grosso affare nella terra di Silvio Berlusconi, dai politici alla criminalità organizzata, al business. L'articolo punta il dito sulla politica del governo italiano, che rimanda indietro immigrati in un Paese, la Libia, con scarso rispetto per i diritti civili. «Ancora peggio, l'Italia scambia immigrati con opportunità d'affari». «Ma l'ipocrisia del governo italiano va oltre», continua il commento, biasimando la politica italiana verso l'Eritrea, il cui presidente Isaias Afewerki è «considerato dall'Onu uno dei più brutali dittatori del mondo» e il cui regime è stato accusato da Hillary Clinton di aiutare gli estremisti islamici legati ad al-Qaida in Somalia. «Ma per il Primo ministro italiano è solo un buon partner d'affari». Nella ex colonia, si legge ancora, gli investimenti italiani vanno dall'Italcantieri, «legata alla famiglia Berlusconi», a progetti turistici nel Mar Rosso, ad aziende tessili che beneficiano della forza lavoro a basso costo. Secondo L'Espresso, continua il Guardian, a settembre una delegazione di Aferwerki, in un incontro con il ministro degli Esteri Franco Frattin, avrebbe lodato la politica dei respingimenti perché aiuta a tenere lontani i loro dissidenti politici.

Il Times pubblica la foto di una scritta in inglese su un muro di Rosarno: «Avoid shooting blacks» (Evitate di sparare sui neri). Si parla di «caccia all'immigrato» sui siti francesi e spagnoli. Scrive Miguel Mora su El Pais: «Il finale brusco di una convivenza precaria, basata su una relazione di atroce disuguaglianza, la conferma che in Calabria c'è più mafia che Stato, le immagini di violenza razzista… hanno fatto vergognare molti italiani». In un commento sul ritorno del franchismo sociologico in Spagna, intitolato «Revival», El Pais osserva per inciso che in Italia, con le ultime leggi sull'immigrazione, si ha l'impressione di assistere a un remake dell'apartheid sudafricano.

 

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