Nessuna riedizione della "marcia dei 40mila" che mise fine allo sciopero Fiat nel 1980. Nessuna prova muscolare. Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, non vuole che la manifestazione indetta per domenica prossima al Lingotto a sostegno della realizzazione dell'alta velocità ferroviaria Torino-Lione si trasformi in uno scontro a distanza con i No Tav.

E non si tratta della paura di contarsi, soprattutto dopo il fallimentare esito della manifestazione organizzata sabato scorso dai No Tav, con meno di mille persone presenti e, in larga parte, in arrivo dai centri sociali e non dalla Val Susa. «Dovrà essere invece – ha chiarito Chiamparino – la manifestazione bipartisan della maggioranza dei cittadini e degli amministratori che si sono espressi e si stanno esprimendo affinché la Torino-Lione si faccia». E le adesioni continuano ad aumentare. Dalle associazioni industriali alle Camere di commercio del Piemonte, dall'Upi alla Transpadana.

Anche sul fronte politico si stanno stemperando le polemiche con parte del centro-destra che accusava il sindaco di Torino di aver organizzato la manifestazione per uscire dalle difficoltà interne del Pd. Tesi respinta proprio da un parlamentare del Pdl, nonché esponente politico di punta della Val Sangone, come Osvaldo Napoli. «È sbagliato pensare che sia una manifestazione del sindaco – afferma Napoli – perché io sono stato uno dei promotori organizzativi. E il sostegno alla Tav rientra totalmente nelle linee politiche del Pdl». Ciò non toglie che le polemiche politiche restino in primo piano anche all'interno dello schieramento favorevole alla Tav.

Napoli sottolinea infatti che le perplessità del centro-destra non riguardano Chiamparino, bensì Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte. «Abbiamo rilevato – prosegue il parlamentare Pdl – la totale incongruenza dei comportamenti della Bresso che da un lato afferma di volere l'alta velocità e dall'altro non ha mai voluto rinunciare all'alleanza con la sinistra radicale che si oppone alla Torino-Lione». Un'ambiguità che, riconosce Napoli, non riguarda Chiamparino, coerente nel rinunciare all'alleanza con le forze che si oppongono a quest'opera strategica per il Piemonte. Dunque se qualche esponente del centro-destra non parteciperà alla manifestazione di domenica, sarà solo per rimarcare la sfiducia nei confronti della presidente della Regione.

«Se arriverà la rottura esplicita con la sinistra radicale – ha infatti affermato Roberto Cota, candidato leghista alla presidenza del Piemonte – noi ci saremo. In caso contrario sarebbe una presa in giro». Dovrebbe comunque partecipare Enzo Ghigo, ex governatore del Piemonte che – ha spiegato ieri Stefano Esposito, parlamentare del Pd – ha chiesto di prendere la parola al Lingotto. «A noi va bene – ha assicurato Esposito – e daremo la parola a chiunque voglia esprimere la sua opinione, al fine di salvaguardare in modo costruttivo il progetto Tav. Anche a chi l'osteggia, purché venga con fare pacifico e democratico». Tutti convinti, dunque, che si tratti di una fase fondamentale per la realizzazione di un'opera strategica. Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte, ha sostenuto che la Torino-Lione è in grado di contribuire alla crescita del tessuto economico e produttivo non solo delle regioni interessate dal suo percorso, ma di tutta la Penisola: «Ritardare l'opera – ha concluso Dardanello – significa rallentare la marcia dello sviluppo proprio in un momento in cui, al contrario, dobbiamo sforzarci tutti di agganciare la ripresa».

 

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