Il presidente del Consiglio ha respinto le dimissioni di Nicola Cosentino da coordinatore regionale del Pdl e da sottosegretario all'Economia. La decisione di Cosentino, coinvolto in un'inchiesta che lo vede accusato di concorso esterno in associazione camorristica, è arrivata subito dopo la formalizzazione dell'intesa fra Pdl e Udc in Campania.

A sbloccare lo stallo dell'alleanza elettorale è stato il via libera di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini alla candidatura del centrista Domenico Zinzi alla presidenza della Provincia di Caserta. Una sconfitta per Nicola Cosentino che fino all'ultimo aveva osteggiato Zinzi, convinto che spettasse al Pdl la candidatura nella 'sua' Caserta. Da qui l'annuncio delle immediate «dimissioni irrevocabili».

A sera l'intervento del presidente del Consiglio che respinge il passo indietro di Cosentino e in una nota gli rinnova la stima e lo invita «a continuare nel suo lavoro nell'interesse del partito e del Paese». Berlusconi precisa di apprezzare «le nobili motivazioni che hanno indotto l'onorevole Nicola Cosentino a compiere un gesto volto a far sì che durante la campagna elettorale in Campania non vi possano essere strumentali ragioni di polemica da parte dell'opposizione». Resta la sconfitta della linea del sottosegretario campano che non ha mai digerito la possibilità di una intesa con l'Udc sulla provincia di Caserta: accordo che ha dato poi il via libera alla candidatura di Stefano Caldoro per la regione.

Una vicenda che il Pd bolla come un «vergognoso minuetto», «squallidi giochi di potere».
«Non vorremmo essere di fronte all'ennesimo vergognoso minuetto - dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici - Un gioco delle tre carte che non intende portare trasparenza e fare chiarezza di fronte all'opinione pubblica, ma giocato solo per una mera partita di potere all'interno del Pdl in vista delle Regionali».

«La sceneggiata odierna» per Emanuele Fiano, presidente del Forum Sicurezza del Pd «è il frutto di uno squallido e vergognoso gioco di potere tutto interno alla destra, che il presidente del Consiglio definisce non a caso 'nobili ragioni'». «Non ci siamo mai illusi: è una moda di questo governo presentare dimissioni per poi farsele respingere dal presidente del Consiglio» dice il presidente dei deputati Idv, Massimo Donadi.

A difendere la maggioranza è intervenuto il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto: «Cosentino si è dimesso per vicende politiche. Nel cuore del dibattito sulla Protezione civile respingiamo questo esercizio di demagogia».

L'ombra del sostegno elettorale della camorra
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