Programmi futuri a gonfie vele ma un presente difficile caratterizzato dalle magre risorse rese disponibili dal bilancio Difesa. L'Aeronautica militare soffre i tagli all'esercizio, cioè alla voce che garantisce risorse per addestramento e manutenzione dei mezzi che quest'anno assorbirà solo il 12,3 per cento dei 14,28 miliardi di euro assegnati alla funzione Difesa, cioè alle tre Forze Armate. Paradossalmente, mentre continuano a entrare in linea i caccia EF-2000 Typhoon e prende il via il programma multinazionale per il cacciabombardiere F-35 Lightning II scarseggiano i pezzi di ricambio e manca il carburante per garantire un adeguato addestramento agli equipaggi. Una situazione che rischia di paralizzare l'Aeronautica come venne evidenziato l'anno scorso in un convegno al Centro Alti Studi Difesa di Roma .

Per ridurre il peso logistico e fare cassa l'Aeronautica ha messo senza troppo clamore sul mercato una ventina di Typhoon della prima serie nella speranza di venderli come usato di qualità alla Romania (che però acquisterà gli F-16 americani) o ad altri Paesi alleati. In futuro le forze aeree da combattimento tricolore saranno standardizzate su due soli velivoli, i caccia Typhoon e i Lightning II da attacco ma per ora i modelli in servizio comprendono anche i jet da attacco Tornado (80 velivoli che hanno ricevuto l' ammodernamento di mezza vita) e 55 AMX aggiornati allo standard Acol, quattro dei quali sono basati a Herat, in Afghanistan.

Restano in riserva una cinquantina di AMX non ammodernati che potrebbero venire acquistati dagli Usa che li girerebbero alle neo-costituite forze aeree afghane, se il velivolo italiano si aggiudicherà una gara alla quale partecipa anche il caccia leggero ceco L-159. Lo stesso iter percorso da 18 vecchi cargo G-222 radiati dalla 46a Aerobrigata di Pisa e che ora stanno equipaggiando uno squadrone di cargo tattici dell'aeronautica di Kabul. L'impiego operativo all'estero, finanziato con fondi extra-bilancio della Difesa, garantisce una boccata d'ossigeno perché consente di impiegare uomini e macchine in attività ad alta intensità e congiunte con le forze alleate anche se i limiti (caveat) posti dal governo impediscono agli Amx di lanciare bombe sui talebani.

Paradossalmente l'Aeronautica italiana schiera in Afghanistan il terzo contingente aereo per numeri e capacità di attacco dopo quelli di Usa e Gran Bretagna ma né gli Amx né i velivoli teleguidati Predator sono autorizzati a lanciare bombe o missili. Presto entreranno in servizio presso il 32° Stormo di Amendola di 4 più grandi Reaper, già utilizzati dagli anglo-americani anche per i raids in Pakistan e dotati di maggiore carico bellico e autonomia, destinati però a operare solo in missioni di sorveglianza. L'Aeronautica svolge un ruolo di rilievo nell'ambito delle operazioni militari italiane all'estero dove schiera circa 500 militari. Oltre alla task force in Afghanistan che comprende anche tre elicotteri AB-212, l'arma azzurra gestisce l'unico aeroporto militare italiano all'estero, a Giacova (Kosovo) e ha inviato specialisti per il controllo del traffico aereo sulla portaerei Cavour impegnata nelle operazioni di soccorso ad Haiti.

Anche la componente da trasporto sta vivendo un momento di contrasti. Da un lato l'ingresso in servizio dei cargo tattici C-27 Spartan costituisce un salto di qualità nel trasporto tattico ben evidenziato dall'impiego in Afghanistan di tre velivoli di questo tipo. Dall'altro l'assenza di un aereo da trasporto strategico (dopo i falliti tentativi di prendere in leasing tre C-17 Globemaster dagli Usa) hanno imposto negli ultimi anni un eccessivo e usurante impiego dei C-130J, che hanno bruciato migliaia di ore di volo nei trasferimenti di mezzi e truppe per i teatri bellici afghano e iracheno. Voli finanziati dai fondi per le missioni che hanno però consentito un eccellente addestramento operativo degli equipaggi. Ancora incompleto, questa volta per carenze della Boeing, il settore delle cisterne volanti nel quale l'Aeronautica attende la consegna di 4 KC-767TT (Transport Tanker) con capacità di rifornimento in volo e di trasporto. Il programma ha accumulato ormai quattro anni di ritardo dovuti alla mancata soluzione di alcuni problemi tecnici del sistema di rifornimento in volo.

 

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