Il paletto lo ha piantato Antonio D'Alì, presidente pdl della commissione Ambiente del Senato e relatore del decreto legge sulla protezione civile a Palazzo Madama: la Protezione civile servizi spa svolge le proprie funzioni nel campo dei lavori pubblici «nel rispetto della vigente normativa anche comunitaria».

Quando si tratta di appalti e gare, di forniture e servizi, non varranno dunque i poteri emergenziali che consentono alla protezione civile di agire in deroga alla disciplina ordinaria e di affidare (almeno teoricamente) gli appalti senza gara. Le procedure dovranno essere trasparenti, gli affidamenti dovranno avvenire con gara pubblica.

L'emendamento sarà votato oggi nell'aula del Senato, ma gli uomini della protezione civile chiariscono che il dipartimento si attiene comunque a regole di trasparenza, anche quando potrebbe agire in deroga alle regole ordinarie.

«Anche nelle emergenze più gravi e nel ricorso alle procedure ristrette – dicono i collaboratori di Bertolaso – garantiamo comunque la massima concorrenza e trasparenza possibile, invitando più imprese a presentare l'offerta». L'esempio che viene portato è il più grande appalto della ricostruzione abruzzese, il megalotto da 360 milioni del «piano Case» che la protezione civile avrebbe potuto assegnare in deroga alle norme e ha invece affidato con una gara Ue cui hanno partecipato 56 imprese.

Il paletto di D'Alì è però considerato ancora del tutto insufficiente dal mondo delle imprese (Confindustria, i costruttori dell'Ance e le società di ingegneria dell'Oice in prima battuta) che hanno duramente criticato la creazione della nuova spa.

A questi rilievi si è aggiunto ieri il mondo dei professionisti della progettazione. Il presidente dell'Ordine degli architetti di Roma, Amedeo Schiattarella, ricorda in una lettera al presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, «la battaglia contro tutte quelle società in house che per conto delle pubbliche amministrazioni svolgono vere e proprie funzioni di società di ingegneria di proprietà pubblica, sottraendo ulteriori spazi di libera concorrenza sul mercato della progettazione di opere pubbliche e contribuendo, in molti casi, ad abbassare il livello complessivo della qualità del progetto».

Nel decreto legge sulle emergenze che oggi riprende l'iter al Senato proprio dall'articolo 16 sulla nuova spa della protezione civile potrebbero irrompere però nuove questioni. Il governo dovrebbe infatti presentare un emendamento con cui si inaspriscono le sanzioni per chi provoca valanghe o si rende responsabile della morte di altre persone sulle piste di sci. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro del turismo, Maria Vittoria Brambilla. «Tanti, troppi incidenti si sono verificati e continuano a verificarsi», ha ricordato il ministro. «Il contributo delle forze dell'ordine e del soccorso alpino sulle piste da sci e sui percorsi delle escursioni – ha aggiunto Brambilla – è molto forte e per questo meritano il ringraziamento di tutti, ma c'è bisogno di un ulteriore intervento attraverso l'educazione della popolazione, canali di informazione martellanti, regolamentazione più rigida, sanzioni pesanti, compreso il carcere nei casi più gravi».

 

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