Il candidato dell'Unione di Centro
Risponderò per punti:
1. Il problema sono i ritardi sia sulle ferrovie, sia sull'Alta Capacità/Alta velocità. Tra Venezia e Trieste la situazione è ancora più drammatica e siamo alla farsa: Veneto e Friuli-V.G. non hanno saputo ancora concordare – dal 1991! – un tracciato condiviso. Al punto che oggi stanno aprendo i cantieri della terza corsia dell'A4, e se la TAV andasse in affiancamento non ci si potrà avvalere di cantieri e spese unificate. Per l'SFMR il ritardo è altrettanto consistente.
2. Nel passato il guadagno delle imprese era assicurato, pur in presenza di ritardi e burocratizzazioni. Oggi no. In parte la responsabilità è della rigidità del Patto di stabilità, che ingabbia le finanze degli enti locali e non permette di pagare lavori regolarmente affidati con copertura di bilancio (obbligatoria), completati e collaudati. Mi riprometto di introdurre regole e norme di tipo europeo, con iter burocratici più veloci e con la garanzia del pagamento in 45 giorni dal collaudo dell'opera.
3. Bisogna distinguere l'emergenza dal medio periodo. Per l'emergenza bisogna accelerare i pagamenti alle Pmi e allo stesso tempo imporre alle banche una politica di affidamenti meno rigida e spersonalizzata di quella derivata da Basilea2. Per il medio periodo il nostro artigianato dovrà evolvere verso reti di imprese per la produzione, consorzi export per l'internazionalizzazione, progetti condivisi con il mondo della ricerca.
4. Non sono necessari altri impianti di carattere tradizionale e invasivo. Pensiamo piuttosto a impianti di dimensioni medio piccole specializzati e innovativi, ad alta tecnologia verde per smaltire i rifiuti speciali che attualmente esportiamo altrove con costi altissimi.
5. Sono d'accordo con il progetto del Politecnico. Ma non credo che serva fondere in una le quattro università venete o i loro dipartimenti; serve piuttosto che sperimentino attività di ricerca interdipartimentali. È indispensabile un ente di ricerca, che potrebbe essere una Fondazione delle quattro università, dedicata solo al trasferimento di saperi alle imprese. La Regione, in questo caso, potrebbe finanziare progetti interdipartimentali essenziali.
6. Per il 2015 siamo già in ritardo. Si potrebbe almeno pensare di far partire, come propone Paolo Costa nel suo libretto programmatico, la tratta Venezia-Aeroporto Marco Polo e, dico io, Verona Catullo. Sono estremamente favorevole alla realizzazione delle Olimpiadi nel territorio, soprattutto se riusciremo a far lavorare insieme Venezia e il Veneto.
7. La rete dei consorzi fidi va estesa anche in ambiti meno tradizionali, come il commercio, i servizi e le professioni. È un grande ombrello di protezione contro la crisi. Nei prossimi anni, poi, la finanziaria regionale Veneto Sviluppo, poiché la crisi ha evidenziato il problema della sottocapitalizzazione delle piccole imprese, dovrà concentrarsi su questo tema.
8. È evidente che è una tassa iniqua che andrebbe eliminata. Occorre almeno alleggerirla. Per coprire i mancati introiti, che come si sa sono destinati alla spesa sanitaria, bisogna accrescere la compartecipazione all'Irpef.
9. Occorre incentivare l'attrazione di fondi importanti che operano sul venture capital. La prima generazione di imprenditoria veneta può fare un grande passo di responsabilità sociale, mettendosi a disposizione per operazioni di questo tipo.
10. Il Veneto sta vivendo un momento di spaesamento, dovuto all'impatto con la globalizzazione, con l'immigrazione, con la crisi di un sistema che sembrava locomotiva inarrestabile. In questo momento di difficoltà ha avuto buon gioco la paura, alimentata dalla demagogia della Lega. Ma il Veneto vuole tornare ad essere forte e solidale, a costruire e a diffondere lavoro e benessere, a parlare con l'Europa e a fare affari col mondo. Perché il Veneto torni trainante e sicuro servono la buona politica e la buona amministrazione, non gli estremismi che chiudono e opprimono.
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