Alla fine la quadratura del cerchio per i listini di Lombardia e Lazio è arrivata. Non senza parecchi mal di pancia, soprattutto in casa del Pdl. Solo oggi, infatti, il centro-destra è riuscito a mettere a punto la rosa laziale dei 14 che arriveranno direttamente in Consiglio con la Polverini in caso di vittoria. Sull'elenco ha infatti pesato l'intervento del premier, Silvio Berlusconi, che ha sparigliato le carte e ottenuto l'inserimento nella lista di Francesco Pasquali, coordinatore nazionale dei giovani del Pdl, e della sua compagna Veronica Cappellaro, consigliere nel II municipio di Roma. Tra le donne compaiono poi i nomi di Isabella Rauti, moglie del sindaco di Roma Alemanno e capo del dipartimento del ministero delle Pari opportunità, e di Alessandra Mandarelli, portata dalla Polverini e già assessore nella giunta Marrazzo fino al 2007. All'Udc, invece, vanno tre posti e non quattro con Francesco Carducci, Rodolfo Gigli e Roberto Carlino. Tre nomi difesi con i denti dalla stessa Polverini che ha puntato i piedi davanti ai maggiorenti del Pdl che avrebbero voluto assegnare ai centristi solo due tessere.

In Lombardia, invece, gli ex forzisti hanno dovuto abbozzare. Perché, malgrado i malumori espressi da più parti, nel listino blindato di Formigoni hanno trovato posto Nicole Minetti, l'igienista dentale di Berlusconi, con un passato da show-girl televisiva, Giorgio Puricelli, fisioterapista del Milan (entrambi nella parte alta del listino) e Francesco Magnano, il geometra di Arcore. Alla Lega sono andate invece sei caselle e la promessa della vicepresidenza ad Andrea Gibelli e, sembra, anche di sei assessorati.

Sull'altro fronte, l'ex presidente Pd della provincia di Milano, Filippo Penati, schiera nella parte alta del listino un'operaia, Rosanna Dalla Valle, e una precaria di Alitalia, Maruska Piredda. Ma c'è anche l'ex campione di ciclismo, Gianni Bugno e Sabina Siniscalchi, direttrice della fondazione culturale di Banca Etica. Come pure alcune vecchie conoscenze della politica: Alberto Grancini, già assessore nella giunta di Penati e Marco Cipriano, vicepresidente uscente del consiglio regionale.

Nel Lazio, invece, tiene banco la polemica dei piccoli partiti che lamentano di essere stati esclusi dalla lista del presidente. Alla fine, nel listino bloccato, spicca il nome del ballerino Raffaele Paganini, del direttore generale del 118, Marinella D'Innocenzo, e di Luigina Di Liegro, assessore regionale alle politiche sociali. E ci sono anche due radicali della prima ora, Michele De Lucia e Antonella Casu. Anche in casa dei democratici, però, non mancano gli strascichi. Perché, un attimo dopo la definizione delle candidature, il presidente dell'assemblea regionale del Pd, Fabio Melilli, ha rassegnato le sue dimissioni. Il motivo? La scelta del Pd di candidare solo esponenti del partito romano, tagliando fuori completamente le province.

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