Non accenna a placarsi lo scontro politico sull'inchiesta che ha coinvolto Guido Bertolaso e sulle novità previste dal decreto Protezione civile SpA. In mattinata è nuovamente tornato in campo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta che, dosando con cura le parole, ha assicurato che con il provvedimento la Protezione civile resterà "un dipartimento della Presidenza del Consiglio con la sua struttura", per poi aggiungere: "Anch'io mi arrabbierei se qualcuno pensasse di 'trasformare' la Protezione civile in una società privata. Ma non è così".

Letta ha provato a spiegare la posizione del governo: "Con il decreto si era solo pensato di dotarla di uno strumento ulteriore, aggiuntivo, che le consentisse di operare, in determinate circostanze, con maggiore flessibilità ed efficacia. Sono personalmente convinto che come in tutti questi anni nelle emergenze drammatiche e nei 'grandi eventi' ha operato con successo senza questo ulteriore strumento, la Protezione civile di Bertolaso potrà tranquillamente continuare a farlo con gli strumenti abituali e con lo stesso spirito e lo stesso impegno. Questi sì sono i veri strumenti del successo".

Ma l'opposizione non molla la presa. Il Pd chiede con forza di ritirare il provvedimento e anche nella maggioranza affiorano le prime crepe. Basta leggere le parole di Roberto Calderoli su Repubblica (poi rettificate: 'nessuno stop'), e quelle di Renata Polverini, candidata del Pdl alla Presidenza della Regione Lazio, pronta a invocare una pausa di riflessione sul dl. Bertolaso, intanto, ribadisce la propria posizione in merito alle dimissioni: Sono sul tavolo del presidente del Consiglio, se lo chiede farà le "valigie in un minuto". Ma il Pd insiste per bocca del segretario Pierluigi Bersani: "Se Bertolaso è una persona seria come si dice, faccia un passo indietro".

 

Shopping24