La lista "Per la Lombardia" di Roberto Formigoni non è stata ammessa alle elezioni regionali del prossimo 28 marzo per decisione della Corte d'Appello di Milano che ha rigettato il ricorso dei delegati che ne chiedevano la riammissione. A rafforzare lo stato di caos e tensione nel primo partito del centro-destra e del paese si è aggiunto, quasi in contemporanea (alle 17,35 la notizia da Milano, alle 18 quella dalla capitale) un verdetto analogo nel Lazio: «La lista Pdl Roma è fuori dalle elezioni. Il ricorso è stato respinto», ha dichiarato a metà pomeriggio il coordinatore regionale, Vincenzo Piso.
«Dagli atti a disposizione della Corte d'appello è emerso che alle 12 non c'era nessuno della Pdl in sala e che alle 12,30 tutto è stato chiuso», ha reso noto in serata la Corte d'Appello di Roma. «Prendiamo atto della decisione dei giudici - ha commentato la candidata presidente Renata Polverini - adesso il Pdl farà ricorso al Tar. Lì siamo fiduciosi che le cose andranno diversamente». Più tardi, in piazza Farnese Polverini ha annunciato: «Domani alle 17 qui saremo tantissimi, daremo la prova di forza della piazza».
Tornando a Milano, la lista del governatore lombardo è fuori dalla competizione elettorale, almeno per ora, in quanto sono state riscontrate delle irregolarità in una parte delle firme raccolte. A questo punto non resta che il ricorso al Tar, come ha confermato l'assessore regionale Massimo Corsaro, che ha atteso il verdetto al tribunale di Milano. «Chiediamo che venga fatta una verifica su tutte le liste», ha poi detto il presidente della Regione Lombardia in una conferenza stampa. «Eravamo convinti delle nostre buone ragioni e dichiariamo la nostra sorpresa. Lavoriamo per presentare ricorso al Tar domani».
«Comunque vada a finire, quanto accaduto ha messo in discussione l'autorevolezza e la credibilità di un'intera classe dirigente che ruota attorno a Formigoni e che ha governato in tutti questi anni la lombardia. Una crisi di autorevolezza e credibilità che non potrà essere facilmente cancellata». Così Filippo Penati, candidato del Pd alla presidenza della regione Lombardia, a proposito della vicenda legata alle firme presentate dal Pdl per il listino a sostegno della candidatura di Formigoni e respinte dalla Corte d'appello.
La decisione della Corte d'Appello di Milano arriva in seguito al ricorso presentato dai rappresentanti della lista "Per la Lombardia" che era stata esclusa con una delibera del primo marzo 2010 in seguito alla valutazione delle firme depositate dopo il ricorso di Lorenzo Lipparini, delegato della lista Bonino-Pannella che aveva denunciato delle irregolarità delle firme raccolte. La Corte d'Appello, nel riesaminare la presentazione della lista, ha preso atto del fatto che i delegati hanno consegnato 3.935 firme di cui 514 «autenticate in modo ritenuto irregolare».
I giudici Domenico Bonaretti, Valter Colombo e Vincenzo Barbuto hanno sottolineato inoltre che la lista andava presentata entro una data fissata per legge e che il numero delle firme doveva essere a quella data superiore a 3.500; inoltre, non c'è possibilità di depositare successivamente nuova documentazione. L'esercizio dei diritti di partecipazione democratica «non può che svolgersi nel rispetto dei limiti e delle forme previste dalla legge», hanno scritto i giudici di Milano.
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