C'era una volta... Un magnaccia!, esclameranno i miei piccoli lettori. Amabili carogne! No, amici miei, una lucciola. Sopravvissuta alla legge Merlin, paventata già nel 1948, secondo quanto racconta Gian Carlo Fusco in un volumetto pubblicato di recente da Sellerio, L'Italia al dente. Nel racconto dell'eccentrico autore del libro di culto Le rose del ventennio (ma anche di un evocativo Quando l'Italia tollerava), alcuni tenutari di maison si incontrano come congiurati nella villa di madama Pina, leggendaria ex "signorina" laureata in Fisica, che a suo tempo, divenuta imprenditrice dell'eros pubblico, «controllava nove bordelli su quattordici nel Dodecanneso e ventisei su ventinove fra Cirenaica e Libia», fino a suscitare l'ammirazione fascistica di Italo Balbo: «Perché io sono soltanto il governatore della quarta sponda, mentre lei governa tutte le sponde della mia sponda». Contro la legge modernista della senatrice socialista, madama Pina, autentica maîtresse-à-penser, propone campagne di diffamazione e stampa, nonché tattiche come «tastare il polso ai giornalisti più o meno conosciuti per la loro disponibilità a prendere posizione» a favore delle case chiuse. Evidentemente madame Pina conosceva bene l'ambiente giornalistico di allora, le cui vedette, da Indro Montanelli a Enzo Biagi, hanno poi sempre manifestato virili nostalgie per quelle dimore d'appuntamento e d'apprendimento. La nostra lucciola è sopravvissuta anche alla diagnosi di Pier Paolo Pasolini, che non conviene ripetere ai nostri pargoli perché risponderebbero con lieve cinismo: «Ma come, bambino, non ci sono più le lucciole: le si vede in ogni viale, vicino ai fuochi che - come ebbe a stabilire una volta per tutte la grande classe di Rosellina Archinto - arden for men». Alla fine ci si è messo il Governo italiano, con un recentissimo disegno di legge volto a inibire l'esercizio della prostituzione nelle strade. «Lucciola lucciola, vieni da me, ti darò il pan del re...», e se quella ci casca, zac, ti recludo. Morale della favola: in un Paese per alcuni intollerabile, per altri intollerante, sarà vero che l'unico rimedio è il ripristino delle case di tolleranza?

 

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