CITTA' DEL VATICANO-Che i tempi siano eccezionali ormai ogni segno lo mostra. E oggi per la prima volta una messa pasquale in San Pietro – il momento forse più forte e significativo dell'anno per la Chiesa cattolica – è stata preceduta da un messaggio al Pontefice.
Ha preso la parola il decano del Sacro Collegio, cardinale Angelo Sodano: rivolto a Joseph Ratzinger ha detto "Santità la Chiesa è tutta con Lei", aggiungendo che il popolo di Dio non si lascia impressionare dal chiacchericcio". Ratzinger durante il triduo pasquale non ha mai accennato agli scandali della pedofilia tra i religiosi che stanno deflagrando in tutto il mondo, dagli Usa all'Europa (per ora resta fuori il Sud America, ma già arriva qualche segnale anche da là). Gli attacchi sono evidenti – specie dagli Stati Uniti – e si cerca spesso il coinvolgimento diretto del Papa anche quando oggettivamente è molto difficile dimostrarlo. Ma l'aria è ormai questa e le difese della Curia e delle gerarchie sono spesso un po' goffe e inneggianti al complotto, il che risulta sempre una difesa debole. Come lo scivolone di padre Raniero Cantalamessa, predicatore pontificio, che ha tirato in ballo l'antisemitismo, mettendo in allerta gli ebrei (già irritati per il ricorrere della preghiera del venerdì santo che inneggia alla loro conversione) che tuttavia hanno preferito mantenere i toni bassi. L'evocazione dell'antisemitismo si è immediatamente saldato alle accuse cattoliche di essere oggetto di attacchi da parte di lobby potenti, tra cui il New York Times (notoriamente di proprietà della potente famiglia ebraica newyorchese Sulzberg). Insomma la marea montante della pedofilia tra i religiosi (che ha portato addirittura a forti critiche da parte degli anglicani, una chiesa considerata tutt'altro che in espansione visto che interi blocchi stanno passato con quella cattolica) che sta mettendo in forte difficoltà questo pontificato – ormai alla soglia di compiere cinque anni, il 19 aprile - nonostante sia stato molto più energico del precedente su questo terreno, c'è il concreto rischio che si saldi con il rapporto faticoso con il mondo ebraico nonostante la buona riuscita del viaggio del 2009 in terra Santa. La sensazione è manchi una forte presa di ‘governo', che i fenomeni non vengano gestiti con decisione da una regìa centrale, ma accadano senza controllo, come avvenuto nel caso Williamson-lefebvriani di inizio 2009, ma anche per esempio due giorni fa con la predica di Cantalamessa, che ha parlato senza che il discorso fosse evidentemente filtrato (nonostante il testo circolasse diverse ore prima di essere pronunciato vista la pubblicazione sull'Osservatore Romano). In questo quadro di governance che fatica a gestire gli eventi si inserisce il ritorno sulla scena pubblica del cardinale Sodano, segretario di Stato per 15 anni sotto Giovanni Paolo II, potente capo della linea ‘diplomatica' della Curia, sostituito nel 2006 con il cardinale Tarcisio Bertone (che ha in poco tempo ha completamente cambiato la struttura intermedia di comando della Curia impostata dal suo predecessore).

Sodano – anche se ha compiuto da tempo 80 anni e quindi sarebbe fuori da un eventuale Conclave – da tempo risulta assai attivo nei contatti ad alto livello e il solo fatto che sia stato lui che, davanti alle tv in mondovisione, abbia assicurato al Papa il pieno appoggio dell'intera Chiesa in questo momento di crisi dimostra un suo ruolo ancora forte nelle gerarchie, specie quelle che hanno forte cultura ed esperienza di governo. In sostanza la difesa del papa è la difesa dell'istituzione: non a caso è sceso in campo con un'intervista a La Stampa anche il cardinale Roger Etchegaray, vice decano e ancora molto influente nelle relazioni internazionali.

 

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