La nota ufficiale

La Fiat, si legge nella nota ufficiale, comunica che «Luca Cordero di Montezemolo, nel corso della conferenza stampa di oggi pomeriggio, preannuncerà la propria intenzione di dimettersi dalla carica di presidente della società. All'incontro saranno presenti il vicepresidente della Fiat John Elkann e l'amministratore delegato Sergio Marchionne. Montezemolo - prosegue la nota - ha motivato la propria decisione con l'adempimento, alla vigilia della presentazione del piano industriale dell'azienda 2010-2014, del compito che gli era stato assegnato dall'azionista nel maggio 2004. Montezemolo manterrà le cariche di consigliere di amministrazione della Fiat e di presidente della Ferrari».

I numeri del gruppo

Il gruppo Fiat opera in nove settori con ricavi pari a oltre 50 miliardi di euro, ha 190.000 dipendenti, il 42,3% dei quali in Italia e 188 stabilimenti (64 in Italia, 57 in Europa, 27 nel Mercosur, 16 nel Nord America e 24 nel resto del mondo). Produe e vende automobili con i marchi Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Fiat Professional, Abarth, Maserati e Ferrari, ma anche camion, trattori, macchine agricole, macchine movimento terra, motori, cambi e componenti e intrattiene rapporti commerciali con più di 190 paesi. È presente anche nell'editoria con il quotidiano La Stampa e nel settore della raccolta pubblicitaria con Publikompass. Il 56,2% dei ricavi è rappresentato dal settore auto, il 20,1% dalle macchine per l'agricoltura e le costruzioni, il 14,25 dai veicoli industriali, l'8,5% da componenti e sistemi di produzione e l'1 dalle altre attività. Con un patrimonio sociale di 12.487 milioni di euro, ha 117 centri di ricerca e sviluppo, di cui 48 in Italia e 14.000 persone impegnate nell'innovazione.

Il piano Fiat
Il piano Fiat che sarà presentato domani indicherà gli obiettivi finanziari e industriali, ma chiarirà anche se la strada che Sergio Marchionne intende imboccare è quella dello scorporo dal gruppo del settore auto per collocarlo in Borsa. Le ipotesi allo studio sono due: quella di creare una società nella quale fare confluire le attività auto di Fiat e Chrysler lasciando nella vecchia società le altre attività industriali (Iveco, Cnh, Teksid, Magneti Marelli, Comau) o togliere dalla Fiat le attività non auto. Oltre alle modalità, se l'operazione sarà varata, bisognerà capire i tempi entro i quali verrà attuata. Ancora incerti i tempi e le modalità delle eventuali operazioni.

In prospettiva si potrebbe arrivare a una diluizione della quota di controllo della dinastia torinese che manterrebbe comunque, con la finanziaria Exor, una quota rilevante. Un anno fa John Elkann non ha escluso che, nel caso di un'alleanza, la famiglia possa rinunciare al controllo: «purché sia un buon matrimonio». L'obiettivo è rendere l'Auto un business forte per competere a livello mondiale e quindi in grado di portare valore agli azionisti.

Nell'incontro di mercoledì, lungo almeno sei ore secondo le previsioni della società, si conosceranno nei dettagli anche i numeri sulla produzione Fiat-Chrysler (l'obiettivo è 5,5 milioni di auto da produrre all'anno in tutto il mondo entro il 2014), i nuovi modelli in arrivo (ne sarebbero previsti 16), i mercati sui quali il gruppo sarà presente con un occhio particolare a Russia, Cina, Brasile e Nord America. La presentazione del piano strategico sarà preceduta dal consiglio di amministrazione che esaminerà i dati del primo trimestre 2010, mentre subito dopo Marchionne incontrerà i sindacati metalmeccanici. Le delegazioni di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl seguiranno la presentazione del piano in una saletta del Lingotto.

 

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