Applausi per il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fischiato quello del premier Silvio Berlusconi. La replica di Bertolaso «La minoranza ha avuto il sopravvento sulla maggioranza silenziosa che invece ha apprezzato e apprezza il nostro lavoro»

Alle 3.32 c'è stato solo un lunghissimo silenzio, seguito da 308 rintocchi della campana delle Anime Sante: gli aquilani si sono ritrovati in
tanti - oltre 25 mila - in quella piazza del Duomo dove un anno fa accorsero feriti, spaventati, addolorati per il terribile
terremoto che aveva distrutto la loro città e ucciso parenti, amici, studenti venuti da lontano. Una notte diversa, illuminata da migliaia di fiaccole, candele, lumini che dalla sera prima avevano dato luce lungo le strade buie ai quattro cortei silenziosi partiti da altrettanti quartieri per raggiungere la zona rossa del centro storico. Un gesto di grande valore simbolico non solo per commemorare le vittime, ma anche per ribadire la volontà di tornare ad occupare il cuore della città e, quindi, di riappropriarsi di un'identità ferita per la lontananza forzata.

Atmosfera tesa invece alla seduta straordinaria del Consiglio comunale dell'Aquila, organizzata in occasione dell'anniversario. Alla seduta, cominciata alle 22, hanno preso parte centinaia di cittadini assiepati in chiesa e in Piazza Duomo, ma i lavori sono stati più volte interrotti dai fischi rivolti da un gruppo di persone durante la lettura del messaggio del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi; i fischi hanno superato di molto gli applausi. Applausi che invece hanno accolto il messaggio di saluto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Qualche fischio è stato invece riservato a quello del presidente del Senato, Schifani. Il sindaco ha ringraziato il presidente della Repubblica, il premier, la Protezione civile, i vigili del fuoco e «quanti ci hanno dato una grandissima mano e ci hanno aiutato». «Molto è stato fatto - ha aggiunto Cialente -. Allora c'erano centomila sfollati. Abbiamo realizzato una città temporanea e stiamo cercando di ricostruirla. Il rischio vero era che questa città non ripartisse; chi si è trovato a decidere in quelle ore aveva davanti il vuoto».
Anche il il presidente della Camera, Gianfranco Fini con un messaggio inviato al Prefetto dell'Aquila Franco Gabrielli ha espresso il proprio sostegno per una rapida ricostruzione delle zone colpite e il ritorno alla normalità per le popolazioni abruzzesi.


LA RICOSTRUZIONE CONTESTATA E LA REPLICA DI BERTOLASO

I fischi durante la lettura del messaggio del premier durante il consiglio comunale di stanotte sono fischi anche contro la Protezione civile? «Forse la minoranza ha avuto il sopravvento sulla maggioranza silenziosa che invece ha apprezzato e apprezza il nostro lavoro». Così Guido Bertolaso ha commentato le contestazioni sottolineando che «in ogni democrazia c'è libertà d'espressione, anche se in un consiglio comunale bisognerebbe avere più rispetto delle istituzioni».
La verità, ripete Bertolaso, «è che qui si è fatto un lavoro straordinario e incredibile e questo è sotto gli occhi di tutti. Se poi si vuole contestare che lo si faccia pure, è la democrazia. Io constato che la maggioranza silenziosa degli aquilani in questi dieci mesi non ha mai fischiato e non fischia neanche oggi». Secondo il capo della Protezione civile oltre 25mila persone che hanno avuto la casa distrutta dal sisma, oggi vivono in abitazioni antisismiche e case di legno. Poi c'è una significativa quota, di 20-30mila persone, a cui lo Stato sta dando una mano nella ricostruzione delle case danneggiate. In otto anni L'Aquila può rinascere, più bella e sicura di prima».
Dopo aver presieduto un comitato operativo nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito che per un anno è stata il quartier generale dei soccorsi per il terremoto, Bertolaso assieme alle autorità locali ha deposto una corona d'alloro sotto la targa che nel piazzale della caserma ricorda il 6 aprile.


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