Alessandro Ortis, presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, ha lanciato l'allarme: «Senza il nucleare e con un utilizzo scarso del carbone e delle fonti rinnovabili competitive, le bollette resteranno dipendenti dalla volatilità dei prezzi internazionali degli idrocarburi».
Intanto il Governo rassicura il mondo imprenditoriale: «Si sta valutando l'ipotesi di stanziare risorse per le imprese che parteciperanno al progetto nucleare», ha detto il sottosegretario allo Sviluppo, Stefano Saglia. Aggiungendo che con la firma da parte del presidente dei Consiglio del decreto che approva l'Agenzia per la sicurezza del nucleare, «la sua nascita può considerarsi una realtà». Anche se Saglia non ha fatto previsioni su quando questo organismo sarà operativo.
Di nucleare si è parlato a Roma, nella conferenza annuale "Il diritto dell'energia nucleare". «Con 30 miliardi di investimenti previsti per coprire il 25% del fabbisogno energetico nazionale, il nucleare può rappresentare un driver di sviluppo e occupazione», ha detto Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria. «Se si fanno le scelte giuste - ha aggiunto - si potrà arrivare a un 70% di partecipazione italiana. Abbiamo coinvolto nello studio della tecnologia più di 500 imprese. L'importante è avere un sistema di regole capace di durare nel tempo». Positiva, per le imprese, l'intenzione del Governo di stanziare soldi per le aziende che parteciperanno al pregetto: Saglia non ha parlato di somme. Ha spiegato, però, che si sta studiando il programma nucleare britannico, nell'ambito del quale il premier Gordon Brown ha destinato alle aziende 100 milioni.
Nel dettaglio dei numeri è sceso Fulvio Conti, amministratore delegato dell'Enel: la costruzione di ciascuna centrale nucleare potrà dare lavoro a 2.500-3.000 persone per molti anni e ciascun sito potrà avere tra i 300 e i 700 impiegati, a seconda delle tipologie di lavoro che potranno essere svolte. «Noi abbiamo intenzione di fare almeno quattro reattori, quindi c'è occasione di lavoro e di sviluppo della tecnologia», ha aggiunto Conti. L'importante, ora, è che vengano individuati i siti: «Alcuni Governatori hanno giurato sul programma di Governo. Ora mi aspetto che mantengano fede al proprio impegno».
Anche Terna, come ha confermato l'amministratore delegato, Flavio Cattaneo, «farà la sua parte», fermo restando che «prima è necessario conoscere i siti dove saranno costruite» e quindi capire «se si potranno utilizzare reti già esistenti o se bisognerà realizzarne di nuove».
Sì al nucleare anche da parte di Antonio Catricalà, presidente dell'Antitrust, «il solo mezzo per essere indipendenti dalle importazioni». Gli investimenti, ammette, sono ingenti: troppo perchè gli attori economici se ne assumano da soli il rischio. Bene quindi le joint-venture, sempre che non pregiudichino la concorrenza dei mercati. E guai all'effetto "nimby", che potrebbe fermare il processo nucleare.
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