Il leghista Roberto Cota ha bruciato tutti sul tempo. Così, dopo la proposta lanciata dal ministro Roberto Calderoli di un taglio del 5% agli emolumenti di ministri, parlamentari e degli alti "papaveri" del pubblico, il neogovernatore del Piemonte ha deciso di varare subito la dieta dimagrante. Risultato: 100mila euro l'anno in meno per la giunta che saranno devoluti al fondo regionale per i lavoratori cassintegrati del Piemonte. Il taglio, però, non avverrà per legge ma sotto forma di contributo volontario fatto dai diretti interessati. Oggi, poi, dovrebbe essere la volta del Veneto, dove il governatore Luca Zaia ha già promesso una decurtazione degli stipendi dell'esecutivo.

Intanto ieri il ministro Calderoli è tornato sulla sua proposta per precisarne meglio i confini e per respingere le critiche di quanti ritengono che il taglio proposto sia comunque insufficiente. «Io ho parlato di un intervento - ha spiegato - che abbia al suo interno anche il taglio del 5%, che è quello che hanno negli altri paesi europei a fronte della crisi. È chiaro che ci vogliono altri interventi, ma è chiaro che bisogna pur cominciare da qualcosa. Quindi evitiamo di dire che è troppo poco per poi non fare niente». Quanto all'ipotesi di estendere la decurtazione ai grand commis di stato, il ministro del Carroccio ha chiarito di voler fare riferimento a «quei dirigenti del settore pubblico dei cui stipendi poco si conosce, anche se superano per importo quelli del presidente del Consiglio». E sul taglio degli stipendi dei magistrati sollevato da Umberto Bossi? «Io credo che ci siano da fare delle differenze - ha spiegato Calderoli –. Tra i magistrati vi sono degli stipendi che sono assolutamente corretti e altri invece che sono troppo alti. Non ce la si può prendere con gli stipendi bassi, ma bisogna prendersela invece con quelli dei magistrati che, non a caso, sono collegati a quelli dei parlamentari».

Dall'entourage del ministro non trapela per ora molto di più. Calderoli, assicurano dal suo staff, sta comunque lavorando a una proposta di massima che contiene una sforbiciata per il sottobosco dei "papaveri" del pubblico, come lui stesso li ha definiti. Quanti siano però i potenziali bersagli della misura è difficile stabilirlo ma, se il provvedimento fosse esteso anche a loro, potrebbe essere applicato, per cominciare, ai soggetti già individuati dal regolamento che fissa un tetto alle retribuzioni nella Pa. Stipendi che non possono superare quello del primo presidente della corte di cassazione (pari a circa 274mila euro l'anno). Il regolamento, che dà attuazione alla finanziaria 2008, ha avuto un iter molto tormentato e comunque esclude, tra l'altro, dal tetto gli emolumenti conferiti per incarichi in Bankitalia e nelle altre authority. Per questi soggetti vale solo l'obbligo di pubblicità e trasparenza per gli emolumenti superiore al limite di legge.

Vero è che, nell'intervista rilasciata domenica alla Stampa, il ministro ha accennato «a tutto un mondo di persone che grida vendetta a Dio, per quanto guadagnano a spese nostre: i capoccioni vari, manager pubblici, presidenti delle authority». Segno che Calderoli sta pensando di ampliare ulteriormente la platea. Poi c'è la partita delle auto blu, su cui il suo collega della Pubblica amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta ha annunciato una stretta. La scorsa settimana il ministro ha firmato una direttiva sull'uso delle autovetture di servizio per provare a contenere gli sprechi. Il primo passo però è innanzitutto un monitoraggio dell'esistente. Secondo Contribuenti.it, che segue da anni il dossier, il parco 2009 ammonta a 626.760 vetture (+3,1% rispetto al 2008). In questo universo sono però comprese anche le vetture e i mezzi destinati a servizi specifici, mentre il censimento si limiterà a conteggiare le auto blu in "uso esclusivo", riservate alle sole autorità politiche, e quello appannaggio degli uffici dirigenziali generali (dai ministeri ai vertici di enti e agenzie). Le amministrazioni hanno un mese di tempo per rispondere. Poi partirà la prevista razionalizzazione, che dovrebbe portare a una riduzione dal 30% al 50% del budget annuale.

LA STRETTA
La stretta sugli onorevoli
Limitando il taglio del 5% alle sole indennità di deputati e senatori (comprensive di rimborsi e diarie) il risparmio complessivo, stando al bilancio 2009, sarebbe di 12 milioni di euro
Paghe più leggere per i ministri
Se la decurtazione non verrà applicata ai doppi incarichi cumulati dai ministri (che sono anche parlamentari), il risparmio sarà assai limitato: poco più di 50mila euro
La "dieta" delle auto blu
Secondo la road map tracciata dal ministro Brunetta, la prima tappa prevede una ricognizione delle auto blu in "uso esclusivo" e di quelle appannaggio degli uffici dirigenziali generali

Celestina Dominelli
 

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