BUENOS AIRES - Ha vinto, anzi ha stravinto. Hugo Chavez trionfa nel referendum venezuelano in cui gli elettori erano chiamati a dire «si» o «no» alla riforma costituzionale che permette all'attuale presidente, in carica dal 1998, di essere rieletto indefinitamente.
Una vittoria straordinaria, secondo i suoi sostenitori, una sconfitta pesante per i suoi avversari, convinti che il Paese continui a scivolare sul piano inclinato della debolezza democratica.
Il «si» si é imposto con il 54,36%, a fronte del 45,63% dei «no». Lo ha annunciato il presidente del Consiglio elettorale Tibisay Lucena ieri sera poco dopo le h.21 ora locale (h.3 ora italiana), precisando che l'astensione è stata pari, secondo dati provvisori, al 32,95%. A dare il via libera alla proposta sulla rielezione fatta dal presidente Hugo Chavez è quindi stato il voto di 6.003.594 elettori, contro i 5.040.082 del «no».
«Viva la Costituzione bolivariana. È stata una grande vittoria, una chiara vittoria del popolo». Sono queste le prime parole pronunciate da Chavez che ieri notte ha parlato dal "balcone del popolo" di Palazzo Miraflores, sede della presidenza.
L'analisi del voto conferma che l'elettorato delle classi sociali più svantaggiate e delle baraccopoli resta schierato con Chavez, le classi piú abbienti lo avversano apertamente.
Il Venezuela di oggi, ha registrato miglioramenti riscontrabili negli indici di povertá (scesi dal 50% al 30% della popolazione), ma l'inflazione, superiore al 30% annuo e la caduta del prezzo del greggio sono variabili che ipotecano i risultati ottenuti sul piano sociale.
Il risultato del referendum ha grande importanza anche a livello regionale, proprio perché la vittoria del «sí» rafforza Chavez e l'allenza costituita da Bolivia, Ecuador e Cuba. Paesi esplicitamente vicini all'attuale governo venezuelano.

 

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