L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha pubblicato in serata due liste di paradisi fiscali - fra cui una lista nera che include Costa Rica, Malaysia, Filippine e Uruguay - dopo la decisione del G-20 di agire contro gli Stati che non collaborano in campo fiscale. La lista nera comprende i paesi che non si sono mai impegnati a rispettare gli standard internazionali, precisa l'Ocse sul suo sito Internet. La lista numero due - la lista «grigia» - comprende 38 paesi fra i quali Monaco, Liechtenstein, Antille olandesi, Belgio, Svizzera e Lussemburgo e riguarda Stati che pur essendosi impegnati a rispettare le regole dell'Ocse non le hanno «in sostanza» applicate.

Proprio oggi il Principato del Liechtenstein, che di recente ha allentato il principio del segreto bancario per venire incontro alle richieste della comunità internazionale, ha avviato lo scambio di informazioni in materia fiscale con la Gran Bretagna. Lo ha annunciato in un comunicato il piccolo Principato, racchiuso tra la Svizzera e l'Austria. Le delegazioni dei due Paesi si sono riunite presso l'ambasciata britannica a Berna, per «raggiungere un accordo sullo scambio di informazioni in materia fiscale e sulla procedura per incoraggiare la conformità fiscale per i clienti britannici» che hanno conti in Liechtenstein, secondo il comunicato.

Entrambi i paesi vogliono raggiungere un accordo sulla doppia imposizione fiscale e si incontreranno di nuovo prima della fine di aprile. «Una rapida conclusione dei negoziati è possibile», ha detto il capo della delegazione del Liechtenstein. Il piccolo principato alpino mira, attraverso i negoziati bilaterali, a conservare una parte del segreto bancario che ha fatto la fortuna del suo settore finanziario, ma allo stesso tempo ha cominciato a fare concessioni ai grandi Paesi europei che lo accusano di consentire ai clienti stranieri di sottrarsi al fisco.

 

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