ROMA – «Non può esserci sicurezza alimentare senza sicurezza climatica»: lo sostiene il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon intervenendo all'apertura del vertice Fao sulla sicurezza alimentare: «L'evento di oggi è fondamentale – spiega Ban – E lo stesso sarà la conferenza sui cambiamenti climatici il mese prossimo a Copenaghen». In quell'occasione, per il segretario generale delle Nazioni Unite, servirà «un accordo globale che fornisca solide fondamenta a un trattato legalmente vincolante sul cambiamento climatico».

All'indomani dell'intesa fra il presidente americano Barack Obama e il leader cinese Hu Jintao che ha frenato i progetti dell'Unione europea sui tagli ai gas serra, Ban Ki-moon ha aggiunto: «Dobbiamo ridurre le emissioni» che provocano l'effetto serra «dobbiamo mantenere l'aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi centigradi, dobbiamo aiutare i più vulnerabili ad adattarsi» ha proseguito il segretario generale dell'Onu, invitando i leader mondiali a trovare una soluzione per le questioni politiche fondamentali che stanno al cuore di un accordo globale sul clima.

Secondo Ban, il vertice Fao si questa settimana, la riunione del mese prossimo sui cambiamenti climatici e il summit del settembre 2010 sugli Obiettivi del Millennio dovranno «definire un'unica visione globale». La crisi finanziaria di oggi, che segue quella alimentare dell'anno passato, «è una sorta di monito: un campanello d'allarme per domani». Nel suo intervento alla Fao il segretario generale dell'Onu ha evidenziato come «l'impennata dei prezzi alimentari ha provocato l'anno scorso tumulti e rivolte nei Paesi poveri e spinto nella fame milioni di famiglie, con un costo umano enorme». Per questo, ha esortato l'ex ministro degli Esteri sud-coreano, «se è vero che il peggio è stato scongiurato con interventi d'emergenza delle agenzie dell'Onu, primo tra tutti il Programma alimentare mondiale (Wfp), se non si intraprende un'azione immediata le crisi si ripeteranno». E ha concluso: «Entro 2050 il pianeta sarà la casa di 9,2 miliardi di persone, due miliardi in più di oggi e dovremmo produrre il 70% in più di cibo, ma le circostanze climatiche rendono sempre più difficile le condizioni per farlo. Dobbiamo agire ora finché siamo in tempo, con cambiamenti strutturali a partire sistema della distribuzione e del commercio del cibo, che rimane un diritto inalienabile dell'uomo».

 

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