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Il Papa: «Basta speculazioni sul cibo,
la Terra può nutrire tutti»

dall'inviato Piero Fornara

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16 NOVEMBRE 2009

Benedetto XVI al vertice Fao: la diminuzione degli aiuti all'agricoltura è sbagliata, per combattere la fame occorre capire le necessità del mondo rurale


ROMA – Molto atteso nella prima giornata del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare l'intervento del Papa, che è stato accolto al suo arrivo alla Fao dal direttore generale Jacques Diouf e ha parlato in diretta tv poco prima di mezzogiorno. Benedetto XVI ha esordito affermando che «sebbene in alcune regioni permangano bassi livelli di produzione agricola anche a causa di mutamenti climatici, globalmente tale produzione è sufficiente per soddisfare sia la domanda attuale, sia quella prevedibile in futuro». Questi dati – ha spiegato – «indicano l'assenza di una relazione di causa effetto tra la crescita della popolazione e la fame, e ciò è ulteriormente provato dalla deprecabile distruzione di derrate alimentari in funzione del lucro economico».

Per favorire un adeguato approvvigionamento alimentare a tutte le popolazioni del Pianeta, «è necessario contrastare il ricorso a certe forme di sovvenzioni che perturbano gravemente il settore agricolo, la persistenza di modelli alimentari orientati al solo consumo e privi di una prospettiva di più ampio raggio». Basta «egoismo» e speculazioni sul cibo, basta «modelli alimentari orientati al solo consumo» che «consentono alla speculazione di entrare persino nei mercati dei cereali per cui il cibo viene considerato alla stregua di tutte le altre merci».

«I metodi di produzione alimentare impongono un'attenta analisi del rapporto tra lo sviluppo e la tutela ambientale», ha proseguito il Papa. «Il desiderio di possedere e di usare in maniera eccessiva e disordinata le risorse del pianeta è la causa prima di ogni degrado dell'ambiente. La tutela ambientale si pone quindi come una sfida attuale per garantire uno sviluppo armonico, rispettoso del disegno della creazione di Dio e dunque in grado di salvaguardare il Pianeta». Sui governi e sulle organizzazioni internazionali ricade il dovere di tutelare l'ambiente come bene collettivo. In tale ottica «vanno approfondite le interazioni esistenti tra la sicurezza ambientale e il preoccupante fenomeno dei cambiamenti climatici, guardando alla centralità della persona umana e in particolare delle popolazioni più vulnerabili a entrambi i fenomeni».

Secondo il Papa, «non bastano però normative, legislazioni, piani di sviluppo e investimenti, occorre un cambiamento negli stili di vita personali. La tutela ambientale si pone come una sfida attuale per garantire uno sviluppo armonico, rispettoso del disegno della creazione di Dio e dunque in grado di salvaguardare il pianeta. «Da parte della Chiesa – ha assicurato ai leader di tutto il mondo presenti a Roma – ci sarà sempre attenzione verso gli sforzi per sconfiggere la fame; ci sarà l'impegno a sostenere, con la parola e con le opere, l'azione solidale, programmata, responsabile e regolata, che tutte le componenti della comunità internazionale saranno chiamate a intraprendere».

La diminuzione degli aiuti all'agricoltura è sbagliata: per combattere la fame occorre «capire le necessità del mondo rurale – ha concluso il Papa – come pure evitare che la tendenziale diminuzione dell'apporto dei donatori crei incertezze nel finanziamento delle attività di cooperazione». Va scongiurato il rischio che i contadini possano essere considerati, in maniera miope, come una realtà secondaria. «Al tempo stesso, va favorito l'accesso al mercato internazionale dei prodotti provenienti dalle aree più povere, oggi spesso relegati a spazi limitati. Per conseguire tali obiettivi è necessario sottrarre le regole del commercio internazionale alla logica del profitto fine a se stesso, orientandole a favore dell'iniziativa economica dei paesi maggiormente bisognosi di sviluppo, che, disponendo di maggiori entrate, potranno procedere verso quell'autosufficienza, che è preludio alla sicurezza alimentare».

16 NOVEMBRE 2009
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