«La riforma delle pensioni verrà presentata in parlamento ad aprile, metteremo mano anche alla riforma fiscale, renderemo indipendente l'ufficio statistico e soprattutto risolveremo i nostri problemi da soli». George Papaconstantinou, 49 anni, ministro delle Finanze greco del governo socialista di George Papandreou, ribatte con orgoglio e determinazione alle bordate di Jürgen Stark, il membro del comitato esecutivo della Bce che in un'intervista sul Sole 24 Ore di due giorni fa aveva escluso un salvataggio della Grecia da parte della Ue.
«E sia ben chiaro: non c'è nessun piano B, solo quello di rimettere in ordine i conti» precisa il ministro greco in un'intervista concessa al Sole 24 ore proprio nel giorno in cui anche la presidenza di turno dell'Unione, che in questo semestre spetta alla Spagna, ha escluso qualsiasi ipotesi di salvataggio finanziario della Grecia da parte dei partner europei.

Jürgen Stark ha spaventato gli investitori sull'ipotesi di default quando ha detto che la Ue non salverà la Grecia. Può confermare che la Grecia respinge ogni ipotesi di bailout?
Noi non abbiamo chiesto né ci aspettiamo nessun tipo di aiuto dalla Bce o da alcuno stato membro dell'Unione. Il governo greco è impegnato in un ambizioso sforzo di consolidamento fiscale per ridurre il deficit di 4 punti percentuali entro il 2010 e portarlo sotto il 3% del pil nel 2012, un anno prima del previsto. Risolveremo i nostri problemi fiscali da soli.
Come ritroverete la fiducia degli investitori in un anno in cui la Grecia si dovrà finanziare sul mercato per 54 miliardi di euro?
Certo i mercati ci guarderanno con molta attenzione nei primi mesi dell'anno. Vedranno però un coerente programma di stabilità che prevede in casi specifici e quantificati iniziative per ridurre le spese, aumentare le entrate e tornare a un percorso sostenibile di crescita. Inoltre approveremo una legge per rendere il nostro ufficio statistico indipendente e quindi per ripristinare la credibilità dei dati e varare una revisione completa del sistema fiscale. Sappiamo che ci vuole tempo per riguadagnare la fiducia che è stata persa, ma i prossimi mesi mostreranno che siamo sulla strada giusta. Deve anche essere chiaro che le necessità di finanziamento quest'anno saranno inferiori a quelle del 2009, quando siamo arrivati a quota 60 miliardi.
Una missione Ue è in questi giorni ad Atene per esaminare il programma di stabilità. Quando manderete il piano dettagliato alla commissione di Bruxelles?
Abbiamo in questi giorni discusso con i funzionari Ue e della Bce i dettagli del nostro programma, le misure prese, quelle in cantiere. Il lavoro sarà ultimato la prossima settimana e i piano sarà inviata alla Commissione verso il 20 gennaio.
Non c'è nessun piano B?
No, non c'è nessun piano B, semplicemente perché non può esserci. Ridurre il disavanzo con misure permanenti, sia dal lato delle entrate sia da quello delle spese è una necessità compresa da tutti. Siamo impegnati su questo obiettivo e ce la faremo.
Vi siete impegnati a ridurre il deficit all'8,7% del Pil quest'anno dal 12,7% del 2009, per riportarlo al di sotto del 3% entro il 2012. Non è un obiettivo troppo ambizioso?
Il programma di stabilità e crescita prevede in casi molto specifici e quantificati le misure per ridurre il deficit di 4 punti nel 2010 così come le riforme che consentiranno una riduzione permanente per portare il deficit sotto il 3% entro il 2012. Certo che si tratta di un programma ambizioso ma è sostenuto da una forte volontà politica.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto il 10 dicembre che l'Europa ha una «responsabilità» nell'aiutare la Grecia nel superare la crisi. Che ne pensa?
Per quanto ci riguarda conosciamo molto bene le regole dell'Eurozona, e giochiamo rispettando queste regole.
Il governo sta puntando su tasse una tantum, un giro di vite sull'evasione fiscale e tagli ai bonus dei dipendenti pubblici per ridurre il deficit. C'è in cantiere anche una riforma delle pensioni e delle nuove privatizzazioni?
Il taglio del disavanzo si basa principalmente su misure permanenti e non su una tantum. Nel settore della previdenza il governo ha messo in cantiere una serie di consultazioni con le parti sociali per riformare le pensioni, con l'obiettivo di portare un ddl in parlamento entro aprile, visto che l'attuale situazione è semplicemente insostenibile. Sulle privatizzazioni ci proponiamo di incassare 2,5 miliardi di euro nel 2010, perseguendo un piano flessibile di cessioni che comprendono sia uscite definitive, sia diluizione delle quote di capitale pubblico, con la possibilità di mantenere una partecipazione del governo nel settore delle infrastrutture.
Qual è l'attitudine della popolazione e dei sindacati rispetto alla situazione di emergenza del paese?
La società greca ha capito la necessità delle riforme. I greci ci sosterranno fino a quando sentiranno che i cambiamenti sono equi e le riforme utili. Stiamo coinvolgendo le parti sociali in un dialogo, perché siamo convinti che i grandi cambiamenti possono avere successo solo quando hanno l'appoggio della maggioranza dei cittadini. Siamo stati eletti per un cambiamento, non per continuare a tirare avanti come al solito. E vogliamo onorare questo mandato.

vittorio.darold@ilsole24ore.com

L'INTERVISTA A STARK: REAZIONI E ANALISI
Corriere della Sera
L'intervista del Sole 24 Ore a Jürgen Stark, membro del direttivo della Bce, è citata da Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera di ieri, nell'editoriale "Il banchiere e il pescatore". Stark ha dichiarato che l'Europa non salverà la Grecia - sottolinea Giavazzi - ma in realtà la salverà, «perché se la Grecia dovesse uscire dall'euro, i mercati comincerebbero subito a chiedersi: chi sarà il prossimo?»

The Wall Street Journal
Dopo l'intervista di Jürgen Stark al quotidiano finanziario italiano Il Sole 24 Ore - scrive il Wall Street Journal sulla prima pagina dell'edizione di ieri - l'euro si è indebolito. La reazione, continua il quotidiano americano, «ha offerto un promemoria di quanto i mercati europei rimangano vulnerabili e volatili finché la Grecia non elaborerà un piano dettagliato per riportare sotto controllo il suo deficit a due cifre»

Financial Times
L'intervista a Stark e le reazioni del governo greco hanno trovato spazio anche nell'edizione di ieri del Financial Times. «I commenti di Stark - scrive il quotidiano britannico - gettano luce sulla politica dell'"ambiguità costruttiva" portata avanti dai leader europei nei confronti della Grecia: volutamente vaghi nel dire cosa sarebbe successo se si fosse materializzato lo scenario peggiore per mantenere alta la pressione per una riforma fiscale»

 

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