«Le strade sono interrotte, gli edifici crollati, non c'è acqua, né luce, è una vera e propria apocalisse«. Questa la testimonianza del console onorario ad Haiti, Mimmo Porpiglia, intervistato da Skytg24. «Il paese è distrutto, le case sono fatte di latta e carbone, potete immaginare, la gente vada nelle strade come impazzita, ci sono decine e decine di morti ma temo che il bilancio salirà», ha aggiunto Porpiglia, riferendo che «dei tre grandi gruppi telefonici attivi ad haiti, due sono saltati e comunichiamo con i satellitari. Stanotte si sono sentiti degli spari, ci sono gli sciacalli, ma non stupisce, questo è un paese dimenticato da tutti». Sospesi tutti i voli di linea, anche se, riferisce in conclusione Porpiglia, «l'aeroporto pare sia aperto».

«Nel nostro ospedale arriva moltissima gente disperata, feriti senza braccia e senza mani». È la testimonianza, raccolta dall'Ansa, di padre Gianfranco Lovera, missionario camilliano che insieme ad altri due confratelli italiani - tutti in buone condizioni di salute - e a tre suore, gestisce una missione a Port-au-Prince. «La gente è disperata - aggiunge il missionario, che è il direttore dell'ospedale - a centinaia arrivano nel nostro ospedale dove stiamo curando i feriti come possiamo. La struttura è stata lesionata, la forza del terremoto ha divelto le mura; letti, armadi, perfino la poltrona del dentista sono stati scaraventati fuori dell'edificio dal sisma». Padre Lovera racconta che in città «tutto è distrutto, raso al suolo, accartocciato». «Non si sa quanti siano i sopravvissuti - prosegue - è una ecatombe. Non c'è cibo, non c'è acqua ed è una vera e propria tragedia per un Paese come questo, che già normalmente versa in condizioni disastrose».

I cadaveri sono ancora riversi nelle strade di Port-au-Prince, mentre le autorità restano assenti, denuncia Carel Pedre, giornalista e conduttore radio tra i più famosi di Haiti: «Sto girando nelle strade della capitale - ha detto Pedre all'Ansa - I cadaveri sono ancora lì per terra. Le autorità non hanno diramato nessun annuncio. Nè io ho visto agenti o militari impegnati nei soccorsi». «Qui c'è la distruzione totale, ora mi sposterò in periferia, voglio vedere come stanno le cose lì», ha aggiunto Pedre, che informa i suoi concittadini di quanto accade in tempo reale tramite il social network Twitter.

Parla di morte e desolazione anche un testimone italiano del terremoto che ha sconvolto Haiti. Raggiunto da Radio Popolare Network, Maurizio Barcaro, un cooperante italiano della "A,B,C, solidarietà e pace - Onlus" che opera a Port-au-Prince, ha reso una testimonianza drammatica: «La scossa è stata terribile. L'edificio ha retto per fortuna. Non è crollato. Era pieno di studenti, che sono scappati fuori, salvandosi. Non così è stato per un anziano che si trovava all'interno di uno struttura accanto alla nostra. E 'morto. Attorno a noi, solo morte e desolazione. Le persone sono tutte per strada. Anche noi, con un lenzuolo, stiamo seduti o stesi sul terreno racconta ancora l'uomo in attesa di aiuti». Isolati, senza corrente elettrica, Maurizio Barcaro ha spiegato che anche lui riesce ad avere scarse notizie dalle altre zone della città. «Sappiamo di moltissimi crolli - ha aggiunto il cooperante - di dispersi sotto le macerie. Sentiamo le poche ambulanze girare senza sosta per le strade. L'ospedale più vicino alla nostra missione è crollato. Molti feriti non sono stati ancora curati. E sono poche le speranze che possano esserlo nelle prossime ore».

 

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