I vaccini sono i migliori farmaci esistenti, ma non cessano di creare polemiche e scontri. Lunedì "Lancet" ha definitivamente ritrattato lo studio del 1998, sgonfiando una volta per tutte la bufala di un possibile legame tra l'autismo e i vaccini trivalenti contro morbillo, rosolia e parotite, ma il partito dei contrari non sembra vacillare. I forum online si moltiplicano e il calo delle vaccinazioni (-70% per il morbillo in Gran Bretagna) lascia il segno sulla salute di migliaia di bambini. L'avversione ideologica a questi grandi strumenti di salute pubblica ha radici antiche, spiegano Robert Wolfe e Lisa Sharp della Northwestern University sul British Medical Journal.
Già a metà del 1800, in Gran Bretagna, l'imposizione della vaccinazione obbligatoria contro il vaiolo fu accolta da molti come una limitazione statalista della libertà individuale che suscitò proteste di piazza e rivolte. «Le libertà individuali sono una grandissima conquista - osserva Silvio Garattini, farmacologo e direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano, rinomato per la sua indipendenza scientifica e finanziaria - ma oltre al diritto alla salute esiste anche un "dovere" nei confronti della comunità nella quale si vive perché ridurre il rischio di infezione di ciascun individuo significa contenere il rischio della diffusione di infezione a tutti».
Il vaiolo è l'esempio più lampante del successo dei vaccini, seguito dall'antipolio, l'antiepatite A e B, e quello contro il papilloma virus, mentre da tempo si lavora per prodotti contro malaria e aids. «Il punto forte di questi farmaci - spiega ancora Garattini - è il loro altissimo rapporto tra benefici e costi: una o due dosi danno immunità per anni, mentre il loro costo di produzione non è superiore a quello di altri prodotti, ma ci vuole un sistema sanitario capillare ed efficiente come quello di cui per fortuna dispone l'Italia». E i rischi sempre più spesso rilanciati online come il tiomersale, una volta utilizzato per la conservazione del farmaco e lo squalene, impiegato come adiuvante? «Il tiomersale è stato rimosso dalla maggior parte dei vaccini perché non ritenuto più necessario dall'Oms, ma conteneva quantità bassissime di mercurio - spiega lo scienziato - mentre per lo squalene, al centro di molto panico online, la paura è infondata. Si tratta di una molecola che è parte della sintesi del colesterolo naturale e che non presenta pericoli reali. Non ci sono dati che lascino supporre una sua tossicità. È molto più preoccupante l'ampio uso che si fa di benzodiazepine per controllare ansia e stress».
La cronaca della temuta e mai arrivata pandemia A porta però acqua al mulino dei complottisti che vedono scienziati e grandi farmaceutiche alleati. Alcuni giorni fa a Strasburgo il Consiglio d'Europa ha avviato un'indagine per verificare se alcuni consiglieri dell'Oms abbiano intenzionalmente ingigantito l'allarme. «L'eco della possibile pandemia sui media è stato effettivamente enorme e ha aumentato la tensione - osserva Garattini - ma il problema sono soprattutto le notizie rilasciate dalle istituzioni sanitarie, con bollettini continui e una stima di 300mila possibili vittime troppo allarmante». Di fatto in Italia, tra settembre e dicembre sono state attribuite all'influenza appena 229 vittime, ben poco a confronto delle circa 160mila scomparse per altre cause. «Il vero pericolo - avverte Garattini - è che il ripetersi di allarmi come Sars, aviaria e pandemia A, alla fine generi una pericolosa indifferenza alle informazioni davvero importanti».

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Studi falsi, scoperte inesistenti: le bufale della scienza (di Guido Romeo)