Tappeto rosso per gli investitori stranieri: oggi il governo britannico schiera i suoi pesi massimi per convincere le imprese estere a scegliere la Gran Bretagna. Il premier Gordon Brown e il ministro del Business Peter Mandelson tengono discorsi alla Global Investment Conference a Londra, alla quale partecipano i chief executive di 250 multinazionali tra le quali Ford, Apple, Hitachi, Bombardier, Lockheed Martin e anche l'italiana Finmeccanica. Pier Francesco Guarguaglini, presidente, ha dichiarato che è «chiaro che la Gran Bretagna era la scelta logica per diventare il secondo ‘mercato domestico'» per il gruppo.


Per l'occasione il cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling annuncia la nuova strategia fiscale per le imprese straniere nel tentativo di placare i timori su un giro di vite. Con il "Tax Framework for Multinationals" il Tesoro britannico si impegna a consultare sempre le grandi imprese straniere su nuove imposte e assicura che non verranno soggette a regole punitive o eccessiva burocrazia. Londra ha annunciato che a partire da aprile scatterà l'aumento dell'aliquota al 50% per gli individui che guadagnano più di 150mila sterline all'anno, e l'incertezza sulle nuove regole ha portato diverse imprese a minacciare di lasciare il paese scegliendo regimi fiscali più benevoli come l'Irlanda o la Svizzera.


Gli annunci di oggi fanno parte della strategia del governo di diversificare l'economia britannica per ridurre la dipendenza dai servizi finanziari, che sono stati il motore della crescita negli anni Novanta ma che che sono stati duramente colpiti dalla crisi dalla quale stanno solo ora stanno faticosamente uscendo. Mandelson inparticolare sostiene che la ripresa futura dipende da settori come la difesa, le biotecnologie, l'ingegneria e le industrie "verdi". La Gran Bretagna è la seconda destinazione al mondo per gli investimenti stranieri dopo gli Stati Uniti.