Il New York Times mantiene l'iniziativa e, dopo avere accusato il papa di avere coperto un prete pedofilo negli Stati Uniti, ora attacca riaprendo un caso in Germania. Non solo: il quotidiano newyorchese attira l'attenzione sulle prossime mosse di Ratzinger. «Il papa potrebbe essere a un bivio sugli abusi, costretto a riconciliare politica e parole», titola la corrispondenza da Roma.

Di fronte al dilagare dello scandalo in Europa, Papa Benedetto XVI – osserva il Nyt - ha chiesto alle vittime di farsi avanti e ha esortato i religiosi a cooperare con la giustizia civile, ma queste «dure parole» si imbattono nelle complessità del suo passato. La corrispondente Rachel Donadio sottolinea che in Germania, in Olanda e là dove sono state aperte inchieste «cresce l'attenzione su come il Vaticano – e Benedetto – procederà» e cita Marco Politi, giornalista esperto di Vaticano: «È a un bivio… Ora deve decidere: o va avanti con una politica di trasparenza, o torna alla vecchia linea, dicendo che sono casi vecchi, che non punire gli autori è un atto di clemenza».

Guarda al dopo anche il Washington Post. In un commento intitolato «I passi falsi del Vaticano», E.J. Dionne si domanda come la Chiesa cattolica possa porre fine allo scandalo della pedofilia. Le sue ripetute scuse «sono un passo nella direzione giusta», ma «scusarsi per la cattiva condotta di singoli preti non sarà mai abbastanza».

«La Chiesa – continua il Washington Post - deve mostrare che comprende i difetti della sua cultura interna esaminando la sua coscienza, le sue pratiche, i suoi riflessi quando si deve confrontare con una sfida. Come la Chiesa stessa insegna, riconoscere la vera natura del nostro peccato è la sola strada verso la redenzione e il perdono».

Il Washington Post ospita anche un articolo della cantante irlandese Sinead O' Connor, famosa per avere strappato alla tv americana una foto di Giovanni Paolo II in segno di protesta contro gli abusi sessuali dei preti: «Le scuse del papa? Non abbastanza».

Il Wall Street Journal titola «Il Vaticano difende il papa sul caso degli abusi negli Usa, protestatari fermati». Il quotidiano fa notare che la risposta del Vaticano, che ha definito l'attacco del Nyt «ignobile», è «insolitamente rapida». Il Wsj riferisce anche la replica di una portavoce del New York Times: «L'articolo è il risultato di un meticoloso reportage. Alcuni particolari sono stati confermati dalla Chiesa e finora nessuno ha messo in dubbio i fatti riportati».

Un certo rilievo, sul Wsj, ha il fermo di quattro americani, vittime di abusi, che protestavano davanti al Vaticano. La polizia italiana li ha tenuti dentro per due ore e mezza perché non avevano il permesso per fare la conferenza stampa e ha suggerito loro di prendersi un avvocato.
Gli scandali negli Usa e in Italia «macchiano il papato», titola un'Associated Press che gira su numerosi siti web americani, tra cui quello del Chicago Tribune. Il caso italiano è quello dell'istituto per sordomuti Antonio Provolo, a Verona, dove 67 ex allievi hanno denunciato che per anni 24 preti hanno abusato sessualmente dei bambini. «Solo ora, un anno dopo che il caso italiano è diventato pubblico, il Vaticano indirizza le diocesi a interrogare le vittime per ascoltare la loro testimonianza sulle accuse», scrive l'Ap.

Per Guy Dinmore del Financial Times, papa Benedetto XVI sta combattendo «la più grave crisi che il Vaticano deve affrontare da decenni», con l'emergere di centinaia di casi in Europa di abusi sui bambini da parte di preti. Lo scandalo dilagante è arrivato alla soglia del Vaticano con la manifestazione dei quattro americani poi fermati dalla polizia.

Un'analisi della Bbc definisce «piuttosto zoppicanti» le scuse addotte dal Vaticano per giustificare la mancanza di azione, cioè che il diritto canonico «non prevede punizioni automatiche». Anche se il papa ora promuove una politica di «tolleranza zero», afferma il corrispondente dal Vaticano David Willey, «resta il sospetto che per anni abbia evitato di reagire alle prove d'accusa che arrivavano sul suo tavolo».

Il Guardian fa notare che per la prima volta il dito viene puntato «direttamente» sulla condotta del papa. John Hooper osserva che lo scandalo del Wisconsin, dove si trova la «scuola dell'orrore» di padre Lawrence Murphy, chiude il cerchio della crisi della pedofilia della Chiesa cattolica negli Usa, scatenata una decina d'anni fa dalle rivelazioni del Boston Globe.
«Il papa accusato di avere ignorato le richieste di fermare il prete che ha molestato 200 ragazzi sordi», titola il Times di Londra. Il pontefice – scrive Richard Owen - è trascinato sempre più dentro lo scandalo degli abusi sessuali del clero, scandalo che sta cominciando a «sopraffare» la Chiesa cattolica. Il Vaticano – continua - ha risposto che non c'è stata sistematica copertura degli abusi sessuali e che il papa è criticato ingiustamente. «Tuttavia, tre episodi sembrano collegare il papa a un'apparente politica di segretezza». Il Times li ricorda: nel 1980, come arcivescovo di Monaco, Ratzinger presiedette una riunione su padre Peter Hullermann; nel 1996 l'arcivescovo di Milwaukee scrisse a Ratzinger; nel 2001 Ratzinger decise che le denunce di abusi sessuali andavano affrontate in processi canonici a porte chiuse.

Sull'Independent, in un'analisi intitolata «Le vittime accusano il papa di avere mantenuto il segreto sugli abusi», Jerome Taylor spiega che le lettere tra i vescovi e la Congregazione per la dottrina e la fede, gestita da Ratzinger finché divenne papa, sono «illuminanti e potenzialmente imbarazzanti» per il Vaticano perché gettano luce sul lavoro segreto della Congregazione e dell'uomo che l'ha gestita per più di 20 anni. «Gran parte del lavoro svolto sui preti pedofili rimane avvolto da segretezza».

«Scandali sessuali: per il quotidiano del Vaticano non c'è stata dissimulazione». «I vescovi di Francia rivolgono il loro sostegno al papa»: sono i richiami delle ultime ore sulla homepage del sito web di Le Monde, che segue la vicenda con abbondanza di commenti e analisi. Nel giro di opinioni «Pedofilia dei preti, qual è la causa?» torna alla ribalta la questione del celibato dei sacerdoti: abolirla, secondo alcuni, sarebbe il mezzo migliore per lottare contro la pedofilia nella Chiesa.

Il quotidiano spagnolo El Pais titola «Ratzinger tacque di fronte alle denunce contro chi abusò di 200 bambini» e approfondisce il «gigantesco problema» che vive il Vaticano. Infatti, scrive Miguel Mora, dal 2001 la Santa Sede punisce con la scomunica chi tradisce il papa rivelando i casi indagati dal Vaticano. Invece, gli abusi si puniscono con pene variabili. El Pais dedica un articolo a parte all'inferno di Verona: il caso dei sordomuti vittime di abusi sessuali «arriva finalmente al Vaticano». Lo scandalo, rivelato un anno fa dall'Espresso, è «il più grave scoppiato in Italia».