MOSCA - Il gigantesco edifico, attualmente occupato dal Servizio federale della sicurezza statale (ex Kg) fu costruito dalla società per le assicurazioni "Rus" nel 1900. Quella della via Lubjanka era uno dei quartieri più lussuosi di Mosca. Originariamente il pianterreno e il primo piano dell'edificio, progettato dagli architetti Nikolaj Proskurin e Aleksandr Ivanov, erano occupati da negozi e da uffici, mentre sui tre piani superiori si trovavano gli appartamenti in affitto, da quattro a nove stanze ciascuno. Il costo di affitto di un appartamento poteva raggiungere 4.000-5.000 rubli all'anno, ovvero il triplo del prezzo normale di affitto a Mosca di allora. Gli inquilini erano avvocati, scrittori, musicisti, di cui molti stranieri.
Nel 1918, un anno dopo la rivoluzione bolscevica d'Ottobre, il governo sovietico con a capo Vladimir Lenin, si trasferì da San Pietroburgo (in quel periodo Pietrogrado) a Mosca per timore di un'offensiva delle truppe tedesche. In seguito alla nazionalizzazione totale della proprietà privata, nel maggio 1919 l'edificio di Lubjanka fu sequestrato alla società "Rus" e trasferito al Commissariato degli affari interni, il cui capo, Felix Dzerzhinskij, vi collocò nel settembre dello stesso anno la sede della CeKa, la temibile "polizia politica" del regime totalitario sovietico.
Negli anni 20 del secolo scorso gli interni dell'edificio furono completamente ricostruiti: vi apparvero carceri sotterranei di sei piani, mentre accanto all'edificio principale ne venne costruito uno nuovo, altrettanto maestoso.
Una nuova ricostruzione del complesso degli edifici dei servizi segreti sovietici della piazza Lubjanka, fu avviata da Lavrentij Beria, commissario degli Interni di allora e braccio destro del dittatore Iosif Stalin. Negli anni delle purghe staliniane (1937-1953) nelle carceri di Lubjanka furono fucilate migliaia di persone innocenti, tra intellettuali, militari e studiosi, proclamate dal regime "nemici del popolo". I cadaveri venivano trasportati via da Lubjanka al crematorio del cimitero Donskoj dai camion mascherati, con su scritto "Khleb" (Pane). Al cimitero Donskoj si trovano ora due fosse comuni con un numero imprecisato delle vittime del terrore staliniano.
Dopo la Seconda guerra mondiale gli edifici di Lubjanka furono collegati tra di loro dai passaggi sotterranei e furono collegati anche all'omonima stazione della metropolitana, dove è avvenuto l'attentato di oggi.
La prigione segreta di Lubjanka funzionò fino al 1961. L'ultimo "inquilino" fu il pilota americano Francis Harry Powers, il cui aereo-spia U-2 fu abbattuto il 1° maggio del 1960 dai missili sovietici sopra gli Urali.