La Commissione europea ha deciso oggi di autorizzare la coltivazione per uso industriale della patata geneticamente modificata Amflora della multinazionale Basf. È il primo via libera Ue a prodotti Ogm dopo oltre dieci anni di dibattito. Con questa decisione Bruxelles mette fine alla moratoria su nuove colture Ogm in atto dal 1998; in precedenza era stata autorizzata la sola coltivazione del mais «Mon 810» prodotto dall'americana Monsanto. La decisione di Bruxelles è duplice. La prima ne autorizza la coltivazione a fini industriali (per la produzione di carta). La seconda dà la possibilità di utilizzare i sottoprodotti ottenuti dalla «superpatata» nell'alimentazione degli animali. Bruxelles ha inoltre dato oggi il via libera all'importazione e trasformazione nell'Ue per produrre alimenti e mangimi - quindi non per la coltivazione - a tre nuovi mais Ogm. La decisione che autorizza la coltivazione di Amflora arriva dopo un processo scattato in Svezia nel gennaio 2003.

La coltivazione della patata transgenica, in base a quanto deciso dalla Commissione Ue, esige la conclusione di specifici contratti tra produttori e industriali. Questo al fine di poter garantire una netta separazione, in qualsiasi momento dei cicli produttivo e distributivo, tra la patata Amflora e le patate non Ogm destinate all'alimentazione. La produzione di Amflora, secondo fonti della Commissione europea, partirà già nel 2010 nella Repubblica Ceca e in Germania dove i contratti tra industria e produttori sono in via di definizione. Dal 2011 dovrebbero iniziare le coltivazioni anche in Olanda e Svezia.

La decisione è stata accolta molto negativamente dal Governo italiano, ambientalisti e da diverse associazioni agricole. «La decisione presa oggi dalla Commissione europea - scrive in una notail ministro delle Politiche agricole Luca Zaia - ci vede contrari. Il fatto di rompere una consuetudine prudenziale che veniva rispettata dal 1998 è un atto che rischia di modificare profondamente il settore primario europeo. Non solo non ci riconosciamo in questa decisione - prosegue - ma ci teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Da parte nostra proseguiremo nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini. Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall'alto, comprometta la nostra agricoltura».

Plaude invece Assobiotech l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica. «Un deciso passo avanti dopo 12 anni di attesa - dice il presidente Roberto Gradnik - che hanno fortemente penalizzato la ricerca agrobiotecnologica europea, a causa di una lunga moratoria che ha congelato l'approvazione di nuove varietà vegetali geneticamente modificate. Questo via libera - prosegue Gradnik - segue i recenti pronunciamenti, in Italia, del Consiglio di Stato e del Tar del Lazio a favore della sperimentazione di campo e della coesistenza tra le diverse forme di agricoltura». Non mancano peraltro aspre critiche al ministro Zaia definito «rigidamente fermo su posizioni anti-biotecnologie e anti-innovazione».

ANALISI / Perché non si deve temere la patata Ogm (di Enrico Brivio)
SONDAGGIO / Siete d'accordo con la decisione Ue?

 

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