George Papandreou è sotto esame a Davos da parte dei mercati e dei banchieri internazionali che vogliono vedere la sua capacità di leadership e che lo hanno, per ora, salvato offrendo 25 miliardi sugli 8 venduti all'ultima asta di titoli di stato.
Pronto ad affrontare le sfide internazionali sulle voci di default («non chiederamo né aiuti né salvataggi») il premier greco, 58 anni, accusa la speculazione di voler orchestrare un attacco contro la zona euro, «di cui la Grecia è l'anello debole». Ma Papandreou, intervistato dal Sole 24 Ore, preferisce volare alto. La «democrazia è in trappola», la politica deve ritrovare la supremazia sull'economia, prima le regole e poi i mercati.

Non solo vuole «riformare il paese» ma anche il socialismo, visto che da presidente dell'internazionale chiede di tornare a un socialismo più vicino alla gente, una sorta di socialismo.2, come un web.2, più trasparente, meno elitario e dogmatico, più simile alla terza via di Anthony Giddens della London School of Economics dove ha insegnato anche George Papaconstantinou, il suo ministero delle Finanze che lo accompagna a Davos.

Si teme che la Grecia possa avere problemi a ripagare i propri debiti. Il disavanzo di bilancio è previsto al 12,7% nel 2009. Davvero non ha bisogno di un piano di salvataggio Ue o di un prestito Fmi?
La Grecia non è alla ricerca di un aiuto e non vi è stata alcuna richiesta di salvataggio. Il mio governo ha dichiarato in modo trasparente che risolveremo i nostri problemi da soli. Vero, il disavanzo è al 12,7%, molto di più di quello che ci aspettavamo quando abbiamo assunto l'incarico. Anche se questi problemi li abbiamo ereditati dai nostri predecessori, stiamo lavorando con la massima urgenza per risolverli. Abbiamo già iniziato ad attuare una serie di profonde riforme per portare il disavanzo al di sotto dei livelli di Maastricht nei prossimi tre anni. Tuttavia, i nostri partner europei devono anche capire che si tratta di problemi comuni in un momento molto difficile per l'economia globale. Oggi parliamo di Grecia, ma domani potrebbe toccare a qualcun altro. È importante che noi usiamo questa crisi come un'opportunità per definire nuovi modi in cui le istituzioni europee possono contribuire a prevenire che problemi del genere si ripetano.

Il piano di stabilità per tagliare il deficit ora è a Bruxelles: pensa che ci saranno problemi all'interno del Parlamento greco per approvarlo?
Le decisioni del governo precedente ci hanno portato in un vicolo cieco, e ora dobbiamo fare drastiche riforme per correggere la rotta. Questo richiede sacrifici da parte di tutti. Il popolo greco ha dato al nostro partito una maggioranza parlamentare senza precedenti. Sono molto fiducioso che non ci sarà alcun problema nell'approvare il piano in Parlamento. L'evasione fiscale è forse il nostro più grande problema di bilancio. In uno sforzo per ampliare la base imponibile, abbiamo recentemente lanciato una campagna che invita i cittadini a chiedere e conservare le ricevute di tutti i servizi. Ci stiamo concentrando sulla riduzione di spese inutili nel settore statale, ma anche sul taglio dei salari pubblici.

Come si può modernizzare il partito, Pasok, quando si è in mezzo a una crisi economica di tale portata?
Ci voleva una crisi di questa portata per modernizzare le istituzioni politiche. Quando i tempi sono buoni, smettiamo di prendere decisioni difficili. L'insegnamento che possiamo trarre da questa crisi è che abbiamo tutti bisogno di essere più trasparenti e responsabili, dalle banche ai partiti. Le opinioni dei cittadini devono contribuire a plasmare le nostre politiche. Questo processo segna l'inizio di una nuova forma di governance socialista, dove le persone svolgono un ruolo molto più attivo.

Pensa che ci sia la necessità di un maggiore coordinamento nella politica fiscale nell'Eurozona?
Sì, la recessione globale ha portato instabilità economica e deficit senza precedenti. Ciò richiede una responsabilità e una governance economica europea. Un più stretto coordinamento è essenziale a livello europeo. Vi è anche una necessità di una maggiore solidarietà.

Qual è l'atteggiamento del popolo greco per quanto riguarda la situazione di emergenza del paese?
Credo che il popolo greco sia consapevole della gravità della situazione. Vi è una visione condivisa, che non possiamo andare avanti così. Anche se le riforme saranno dolorose, la gente sa che staremo tutti meglio nel lungo periodo. Abbiamo una occasione unica per mettere questo paese su un sentiero virtuoso e siamo decisi a prenderlo.