Non è solo il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, ad avanzare perplessità in relazione all'operato di Emergency in Afghanistan. Anche il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, sottolinea che «già in occasione di altre vicende emersero opinabili posizioni e contatti di questa organizzazione; ora che ci fossero armi in luoghi gestiti da questa gente si è visto chiaramente su tutte le televisioni».

«Il nostro governo deve tutelare la reputazione dell'Italia che impegna le proprie Forze armate in Afghanistan e in altre parti del mondo a tutela della pace e della libertà minacciate dal terrorismo - aggiunge ancora Gasparri - Chi dovesse vigilare poco, e siamo generosi a limitarci a questo, crea un gravissimo danno. Ci riferiamo ad Emergency. L'Italia non può essere danneggiata da queste situazioni. La nostra linea è chiara. Quella di altri no».

Di tutt'altro tenore le parole di Piero Fassino, che sintetizza la posizione del Partito democratico: «Di fronte ad accuse tanto gravi da suscitare incredulità, è indispensabile il più rapido accertamento di quel che è effettivamente accaduto e di chi ne abbia davvero responsabilità, senza gettare ombre sulla preziosa opera sanitaria e umanitaria di Emergency, dei suoi medici e dei suoi operatori». Per questi motivi, «è altrettanto indispensabile - continua ancora Fassino - che le autorità afghane e l'Isaf forniscano informazioni precise sui medici arrestati, assicurando loro la possibilità di conferire con le autorità diplomatiche italiane».

Per l'Italia dei valori, Leoluca Orlando,chiede che «il governo non resti inattivo e si adoperi immediatamente per consentire l'accertamento dei fatti che sono stati imputati ai medici di Emergency: è doveroso che venga fatta luce su questa vicenda per dimostrarne la eventuale infondatezza o per procedere all'individuazione di singole eventuali responsabilità».

 

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