Questo fine settimana comincia la raccolta del papavero da oppio in Afghanistan e quando sarà conclusa cominceranno traffici di vario genere che rischiano di compromettere il periodo di relativa tranquillità che sta negli ultimi tempi vivendo l'area occidentale dove è schierato il contingente italiano. Per questo gli alpini della Taurinense, subentrati ieri agli uomini della brigata Sassari, guardano con «grande attenzione» a questa fase e si preparano a fronteggiare ogni scenario che si dovesse presentare.

Da questo punto di vista, la base di Farah è sicuramente un osservatorio privilegiato. Siamo nella parte più meridionale della regione ovest, al confine con le province ad alta densità talebana di Helmand e Kandahar. Nella provincia di Farah le piantagioni di papavero sono numerose e in particolare nel distretto di Bala Baluk - dove poco più di cento alpini del 9/o reggimento dell'Aquila, fino a ieri alle prese con l'emergenza terremoto, che ha toccato direttamente diversi di loro - si vedono anche dalla trafficata strada 517 che i militari percorrono con i loro mezzi blindati.

Il capitano Mario D'Angelo, comandante della 143/a compagnia spiega che «non rientra tra i compiti del contingente italiano l'eradicazione delle piantagioni di papavero», ma spetta alle forze di sicurezza locali. Certo, «potrebbe esserci parecchio movimento», aggiunge, facendo riferimento al periodo in cui la raccolta sarà conclusa e cominceranno i traffici. Ma gli italiani, viene assicurato, «sono pronti» a ogni evenienza.

 

Shopping24