«Al momento è un'ipotesi fuori discussione» che Emergency possa rientrare nel suo ospedale di Lashkar Gah, in Afghanistan. Lo ha sottolineato il fondatore dell'organizzazione non governativa, Gino Strada, nel corso di una conferenza stampa. «Quando un ospedale viene occupato militarmente - ha detto - non è più un ospedale di Emergency. Se un giorno non ci saranno più militari e polizia in ospedale, e se Emergency avrà garanzie che aggressioni come questa non possono ripetersi, ci penseremo».

«Ci fa piacere sapere che i nostri tre cooperanti stanno bene dopo la visita delle autorità italiane (l'ambasciatore a Kabul Glaentzer e l'inviato di Frattini in Afghanistan Iannucci, nrd) che hanno solo potuto accertate, come in qualsiasi visita consolare, il loro stato di salute. Ma per noi restano dei desaparecidos, dei detenuti. Nessuno sa nulla su dove sono, non hanno potuto mettersi in contatto con i familiari o con membri dell'organizzazione, per non parlare del fatto che non hanno potuto vedere degli avvocati». Il fondatore di Emergency, ong in Afghanistan dal 1999, si è detto certo che il governo italiano ha tutti i mezzi per farli liberare in tempi brevissimi. «Basterebbe - ha aggiunto Strada - che facesse presente a questi signori che l'Italia spende un miliardo di euro all'anno per l'Afghanistan e che ricambiare con un'aggressione a un ospedale italiano che ha curato due milioni e mezzo di afgani nell'ultimo decennio è qualcosa di inaudito».

Quanto avvenuto a Lashkar Gah é stata «un'aggressione premeditata, preparata e organizzata». Gino Strada, poi, non ha escluso un ruolo dei britannici - che comandano le forze internazionali della regione - nell'arresto dei tre operatori italiani dell'ong in Afghanistan. Strada ha detto che «i soldati inglesi sono entrati nel nostro ospedale di Lashkar Gah insieme a quelli afghani» e ha lanciato una forte accusa: «Come si permette il governo inglese di mandare militari armati in un ospedale gestito da una ong italiana? Che sarebbe successo se militari italiani avessero fatto irruzione in un ospedale gestito da una ong inglese?». Ha poi aggiunto che «il governo afghano ha bisogno della presenza di 150mila militari di altri paesi: è ragionevole perciò pensare che chi decide non sono alla fine gli afghani, che contano poco in questo momento laggiù». Cecilia Strada, presidente di Emergency, ha detto che le forze afghane «non avrebbero potuto svolgere un'operazione del genere senza avvertire il comando inglese».

Sulla possibile liberazione degli operatori italiani di Emergency «siamo fiduciosi, ma non sappiamo nulla», ha fatto sapere da Kabul, l'inviato della Farnesina, Massimo Iannucci. Anche riguardo alla possibilità di una visita da parte dei legali designati dalla ong di Gino Strada, Iannucci ha risposto: «Non lo sappiamo».

Domani una manifestazione non politica, ma di solidarietà, in favore dei tre volontari dell'organizzazione arrestati in Afghanistan e ancora trattenuti a Kabul. «Nessuno - ha detto Strada - ci deve mettere il cappello, per questo ho chiesto che le bandiere e i simboli dei partiti vengano lasciate a casa. Emergency è l'orgoglio dell'Italia e ogni governo, quale che sia il suo colore, dovrebbe esserne orgoglioso. Il Paese lo è, e lo si vede dalle 350 mila firme di solidarietà raccolte in poco più di tre giorni».(N.Co.)

A Kabul i tre di Emergency. La Russa: chiediamo rispetto

 

Shopping24