Olli Rehn, commissario europeo agli Affari economici e monetari ha detto che i 30 miliardi di euro di prestiti concessi dai paesi dell'eurozona alla Grecia saranno al 5%, molto al di sotto del 7% che è l'attuale tasso di mercato per la Grecia. Un passo importante che spiana la via alla possibile richiesta di Atene, che certamente non avrebbe mai avanzato una richiesta senza sapere preventivamente le condizioni dell'aiuto.

A disposizione della Grecia ora ci cono 30 miliardi dall'Eurogruppo per il primo anno di prestiti bilaterali che non «hanno alcun elemento di sussidio», così come richiesto espressamente dal cancelliere tedesco Angela Merkel. A questa quota si aggiungerà poi il contributo del Fondo monetario. Ora «il meccanismo è pronto a essere pienamente operativo» ha detto Jean-Claude Juncker , capo dell'eurogruppo. Comunque la decisione di attivarlo non è ancora stata presa perché la Grecia non lo ha chiesto.

La decisione è una dura sconfitta di Alex Weber, il capo della Bundesbank che voleva tassi di mercato (inutili in questo momento) fino al possibile default greco e alla sua espulsione dall'eurozona. Il cancelliere Angela Merkel alla fine si è decisa per aiuti bilaterali leggermente inferiori ai tassi di mercato che avrebbero mandato la Grecia comunque in bancarotta. La Merkel ha dato prova alla fine di coraggio politico perché la scelta di aiutare Atene a tassi del 5% arriva prima delle importanti elezioni della Renania settentrionale-Westfalia, dove vivono 18 milioni di tedeschi e si produce un quarto del reddito del paese, previste il 9 maggio.

In quell'occasione la Merkel dovrà difendere l'euro da quei tedeschi che si sono pentiti di aver aderito all'unione monetaria. Una scelta che le potrebbe costare cara, ma questa è la differenza che trasforma un politico in uno statista europeo. Helmut Kohl, l'ex cancelliere tedesco nonché mentore della Merkel, da vero europeista avrebbe fatto la stessa scelta.

 

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