La macchia nera che minaccia le coste della Louisiana è destinata ad avere effetti diretti sulla politica energetica dell'amministrazione Obama, almeno per quanto riguarda le trivellazioni.
La Casa Bianca oggi ha difeso il piano del presidente Obama di aprire a nuovi pozzi le coste dell'Atlantico, confermando che «il piano va avanti, si basa su un processo ponderato e scientificamente fondato», ma intanto un senatore democratico della Florida, Ben Nelson, ha presentato una proposta per congelare nuove trivellazioni «fino a nuovo ordine».

Anche un alto funzionario dell'amministrazione Usa non ha escluso una battuta d'arresto nel piano per le trivellazioni annunciato qualche settimana dal presidente. David Hayes, alto funzionario del ministero dell'Interno, non ha escluso una pausa nelle operazioni offshore fintanto che le società petrolifere non dimostreranno che sanno controllare perdite come quelle originate dalla Deepwater Horizon.

Obama, che pure non ha mai fatto mistero di essere un convinto ambientalista varando una serie di misure a sostegno della energia pulita, solo il mese scorso - tra le polemiche degli ambientalisti - aveva dato la sua autorizzazione a nuove piattaforme off shore nell'Atlantico, davanti alle coste del Delaware, di New York, della Florida. Ma l'incidente alla Deepwater Horizon (piattaforma della società svizzera Transocean affittata dalla britannica BP) è destinato ad avere un effetto diretto sulla linea energetica finora seguita dalla Casa Bianca in materia petrolifera.
Nonostante la Guardia Costiera americana avesse escluso in un primo tempo il rischio di marea nera, Obama fin dal giorno dell'incidente aveva dato ordine che all'emergenza del Golfo del Messico fosse data «priorità assoluta». E da allora ha chiesto di essere costantemente aggiornato sulla situazione.
Oggi ha così appreso che, per quanto riguarda le cause, Transocean e BP si accusano reciprocamente.«La colpa è di Transocean, la piattaforma e la sua manutenzione erano compito loro» ha detto alla Cnn l'amministratore delegato di Bp, Tony Hayward. Ma la Transocean non era tenuta ad avere sulla piattaforma quel telecomando acustico che, stando al Wall Street Journal, potrebbe essere all'origine dell'incidente. Quel dispositivo, chiamato «interruttore acustico», permette di controllare la valvola che chiude il pozzo petrolifero anche se la piattaforma è danneggiata o evacuata. Il telecomando è obbligatorio in Norvegia e in Brasile, alcune società lo usano anche se non è richiesto. Ma negli Stati Uniti le autorità non lo richiedono e la Transocean non lo aveva installato.
Qualunque siano le cause, tuttavia, Obama è consapevole della gravità del disastro. Quella enorme macchia nera avrà effetti diretti sulla politica petrolifera della Casa Bianca. Andando così a confermare quanto sostenuto dagli ambientalisti, che avevano criticato il nuovo piano di Obama per lo sfruttamento del petrolio americano.
Il piano, presentato a fine marzo, si pone l'obiettivo di ridurre la dipendenza energetica degli Usa dal petrolio estero, in particolare dai Paesi con cui gli Usa non hanno buoni rapporti. Per questo era stato accolto con favore oltre che dall'industria del settore anche dalla dall'opposizione repubblicana. In attesa che i pannelli solari, le turbine eoliche o le centrali nucleari comincino a produrre 'tuttà l'energia di cui l'America necessita, gli Usa continuano ad aver bisogno di petrolio. Obama, da pragmatico quale è, pensava di andare a prenderlo sotto il mare non solo davanti alle coste della California o del Golfo del Messico, ma anche davanti alle coste Atlantiche. Anche se la Casa Bianca si dice convinta del contrario, con ogni probabilità ora dovrà rivedere i suoi piani.

 

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