Mons. James Moriarty, vescovo irlandese di Kildare e Leighlin, accusato in un recente rapporto governativo per aver insabbiato denunce relative ad alcuni sacerdoti pedofili, ha rassegnato le sue dimissioni a Benedetto XVI, che le ha accolte. Si tratta del terzo vescovo irlandese a dimettersi a causa dello scandalo denunciato da due rapporti governativi (Ryan e Murphy) che ha spinto il Papa a inviare, di recente, una lettera ai cattolici irlandesi. «Avrei dovuto contrastare la cultura prevalente. Chiedo scusa ancora una volta a tutte le vittime di abusi e alle loro famiglie» anche se «so che le parole non bastano», ha commentato Moriarty. Nelle scorse settimane si era già dimesso monsignor John Magee, ex segretario di Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, già sospeso dalla diocesi di Cloyne, e il vescovo di Limerick Donal Murray, mentre hanno rassegnato le dimissioni - ancora non accettate dal Papa - Raymond Field e Eamonn Walsh (vescovi ausiliari di Dublino). Tra i sei vescovi accusati dal rapporto del governo di Dublino monsignor Martin Drennan, vescovo di Galway e Kilmacduagh, fa ancora resistenza all'ipotesi dimissioni, mentre monsignor Dermot O'Mahony è già in pensione per raggiunti limiti di età. Nel frattempo anche il primate d'Irlanda, il cardinale Sean Brady, è stato accusato di aver coperto un caso di abusi nei decenni passati.

Per affrontare lo scandalo della pedofilia in Irlanda Benedetto XVI ha dapprima convocato un vertice con i vescovi irlandesi in Vaticano, poi ha inviato una lettera ai cattolici irlandesi nella quale ha criticato tanto i preti pedofili quanto i vescovi che li avevano coperti, ed ha ora annunciato una visita apostolica in Irlanda. «Non si può negare - scriveva il Papa ai vescovi d'Irlanda nella lettera dello scorso 19 marzo - che alcuni di voi e dei vostri predecessori avete mancato, a volte gravemente, nell'applicare le norme del diritto canonico codificate da lungo tempo circa i crimini di abusi di ragazzi. Seri errori furono commessi nel trattare le accuse. Tutto questo ha seriamente minato la vostra credibilità ed efficacia. Apprezzo gli sforzi che avete fatto per porre rimedio agli errori del passato e per assicurare che non si ripetano. Oltre a mettere pienamente in atto le norme del diritto canonico nell'affrontare i casi di abuso dei ragazzi - scriveva ancora Benedetto XVI -continuate a cooperare con le autorità civili nell'ambito di loro competenza».

Nel frattempo anche il vescovo di Augusta, in Germania, Walter Mixa, ha presentato le sue dimissioni al Papa. Nelle settimane scorse il vescovo 68enne, considerato un conservatore, è stato al centro di pesanti polemiche per aver "maltrattato", in passato, dei bambini orfani. Nella lettera inviata al pontefice, lo stesso vescovo spiega che «le continue discussioni pubbliche sul suo conto pesano gravemente sui sacerdoti e sui fedeli». Mixa è stato accusato di aver picchiato brutalmente dei bambini in un orfanotrofio, diverse decine di anni fa, quando era parroco. Il vescovo ha ammesso, dopo un iniziale diniego, di averne schiaffeggiati alcuni e ha chiesto perdono alle vittime per il dolore loro arrecato. Il prelato è anche oggetto di un'indagine per appropriazione indebita di fondi destinati a un istituto per l'accoglienza di bambini. (M. Do.)

I giovani e la fede, per la Chiesa un bilancio in passivo
(di Massimo Donaddio)

 

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