Sono una ventina le persone morte oggi nei violenti scontri scoppiati a Bangkok tra le forze di sicurezza e le camicie rosse, oppositori del primo ministro Abhisit Vejjajiva e fedeli all'ex premier Takhsin Shinawatra, che da tre settimane chiedono nuove elezioni. Tra le vittime c'è anche un cameraman giapponese della Reuters, Hurojuki Maramoto.

Le forze di sicurezza di Bangkok hanno attaccato il quartier generale dei manifestanti nel cuore della capitale, a 500 metri dal ponte di Phan Fah, per tentare di strapparlo al loro controllo. La polizia ha sparato proiettili di gomma e gas lacrimogeni, mentre i manifestanti hanno risposto con bombe molotov.

Nel quartiere storico della capitale, un'esplosione ha ferito 20 soldati. Se in un primo momento i dimostranti avevano dato un ultimatum di 15 giorni al premier per sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni, ora uno dei leader del movimento, Veera Musikapong, ha chiesto ad Abhisit Vejjajivam di sciogliere «immediatamente» il Parlamento e lasciare il Paese. La protesta si estende a macchia d'olio anche nel nord: a Chiang Mai, la città natale di Shinawatra, centinaia di camicie rosse si sono radunate all'esterno della sede del governo locale, circondato dalla polizia. Manifestazioni anche a Udon Thani, nel nordest.

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