L'inquietudine per la Grecia dilaga sul web, mobilita economisti e operatori dall'Europa all'America, tutti con gli occhi puntati ai mercati.
"L'aiuto greco dipende dai piani di tagli di bilancio" titola il Financial Times. Cresce la pressione su Atene, mentre la Germania chiarisce che il programma triennale deve avere il via libera di Fmi, Bce e Commissione europea prima che possano essere approvati i prestiti di 45 miliardi di euro necessari per permettere alla Grecia di far fronte alle scadenze di pagamento del debito di quest'anno.

"La Grecia è la crisi subprime dell'Europa", osserva sul Financial Times Wolfang Munchau, secondo cui questa è la settimana più importante degli 11 anni di storia dell'Unione monetaria europea: alla fine si saprà se la crisi greca può essere contenuta o se farà "metastasi" ad altre parti dell'eurozona. Munchau rimprovera ai tedeschi le argomentazioni "piene di ipocrisia legale" del proporre l'uscita greca dall'eurozona. E critica i problemi di coordinamento e il processo decisionale Ue, che a suo parere ha contribuito a questa crisi. Se i leader politici europei non saranno all'altezza, la Grecia farà default e "la crisi dilagherà al Portogallo e oltre". L'Europa sta vivendo l'equivalente della crisi subprime negli Usa, "Se non arrivano buone notizie da Atene entro venerdì, scoppierà".

"La Grecia può affrontare l'austerità?", si domanda nel suo blog sul Ft Gideon Rachman.
In un commento sull'Independent, "Il dramma greco metterà duramente alla prova l'unità d'intenti dell'eurozona", Stephen King mette in guardia dal rischio che l'eurozona sia condannata ad anni di opprimente deflazione e che ovunque saltino fuori problemi come quello greco. King aveva sostenuto negli anni Novanta che i paesi del Sud Europa non dovessero entrare nell'euro. Ora "la festa è finita". "La crisi greca rivela la debolezza insita nell'eurozona". A suo parere, se la Germania, prima della classe, impedisce a salari e prezzi di salire troppo, salari e prezzi devono scendere altrove.

"I mercati fanno salire la pressione sulla Grecia", apre il sito di Le Monde, chiedendosi se il Portogallo sarà il prossimo bersaglio.

"Il fallimento minaccia la Grecia, l'Europa si divide", scrive sulla homepage il francese Les Echos, che in un editoriale vede "la zona euro nella trappola greca". "La questione che tutti si pongono – scrive Nicolas Barré – riguarda la capacità della Grecia di far fronte al suo indebitamento". L'aiuto europeo, che nonostante le reticenze tedesche arriverà, permetterà ad Atene di tenere fino alla prossima grossa scadenza del Tesoro greco a metà maggio. Ma dopo? Se la Grecia non riesce a raddrizzare le sue finanze pubbliche, i partner dell'eurozona non saranno più in grado di aiutarla. E ad Atene non resterà che una via d'uscita: rinegoziare il debito.

"Il mercato percepisce sempre un rischio a breve termine", nota in un altro articolo Les Echos, osservando che la Grecia è diventata un laboratorio per i mercati. Tra le varie anomalie, la crisi ha prodotto una "configurazione in abituale", nella quale "i rendimenti delle obbligazioni a breve termine superano quelli dei titoli a lungo termine". Un dossier analizza - senza includervi l'Italia - la paura sui Pigs, i quattro paesi dell'eurozona giudicati più deboli, Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna.

La bandiera greca sventola in apertura del sito del Wall Street Journal: "La Grecia fiduciosa nel pacchetto di salvataggio". Tra i commenti, Daniel Gros sostiene che "l'euro può sopravvivere al default della Grecia". Un caotico default, a suo parere, lascerebbe l'eurozona in forma migliore. "Le sue istituzioni sarebbero rafforzate, poiché sarebbe chiaro che il quadro è abbastanza forte da sopportare il fallimento di uno dei suoi membri ". Inoltre, la tolleranza verso le violazioni sarebbe ridotta. E nel processo decisionale il voto di maggioranza tenderebbe a sostituire il consenso.

Il vero test per l'eurozona, continua Gros, è se possa "proteggere da attacchi speculativi quei membri che almeno seguono lo spirito delle sue regole". L'Italia, per esempio, nonostante il suo grande livello di debito, "ha quasi sempre mantenuto il deficit di bilancio al di sotto del 3% del Pil". I segnali dei mercati finanziari per ora sono "incoraggianti" poiché hanno sempre più differenziato tra i membri più deboli dell'eurozona.

Secondo Irwin Stelzer, sempre sul Wsj, "una ristrutturazione riuscita in Grecia potrebbe lasciare l'economia europea più debole". Mentre l'economia americana sta riprendendo vigore, gli europei si domanderanno se l'euro, "voluto da politici più intenti all'integrazione europea che alla creazione di una valuta sostenibile", e l'eurocrazia siano le ragioni della loro incapacità di tenere il passo con i paesi a crescita più rapida".

Per l'economia greca, "la geografia era destino", nota sul New York Times Robert Kaplan. La Grecia si trova dove si incontrano i mondi storicamente sottosviluppati del Mediterraneo e i Balcani e "ciò ha implicazioni enormi per la sua politica e la sua economia".
Per Jack Ewing, "La migliore speranza per la Grecia è minimizzare le perdite". La ristrutturazione del debito, che fino a qualche settimana fa, sembrava impensabile, ora invece appare "probabile". E in un modo o nell'altro, secondo molti economisti, i detentori di bond ne sosterranno parte del peso.

L'analista passa in rassegna le varie ipotesi, a partire dalla più blanda di diluire nel tempo i pagamenti ai creditori. Carl Weinberg ha proposto di convertire tutti i bond dovuti entro il 2019 in un pool da rifinanziare con bond di 25 anni. Daniel Gros ha semplicemente proposto di estendere la durata delle obbligazioni esistenti di cinque anni, allo stesso tasso di interesse. La minaccia di perdite drammatiche come quelle avute in Argentina dovrebbe bastare – a suo parere - per persuadere gli investitori ad appoggiare la ristrutturazione.

Su Newsweek, un un articolo intitolato: "Il mondo alla rovescia. La Grecia è il nuovo Paraguay?", Rana Foroohar riflette sul triste destino della culla della civiltà. E osservando che la Grecia non è neppure il caso peggiore nel mondo occidentale, ironizza pesantemente sull'Italia: "L'Italia ha un debito cinque volte maggiore ed è sull'orlo insolvenza in gran parte grazie al suo leader - Silvio Berlusconi… - e a un ministro delle Finanze che tra le proposte per migliorare l'economia ha incluso l'amnistia per gli italiani che rimpatriano beni illegalmente acquisiti (mafiosi, chiamate subito i vostri contabili)".

 

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