LONDRA - Nick ha preferito lo sdegno conservatore, alla disperazione laburista. Un paio di mesi fa appena, si divertiva a liquidare con immagini forti l'idea di un accordo di governo, o peggio di una coalizione formale, con uno dei due colossi politici del Paese. «È come se mi chiedeste di scegliere fra sdegno e disperazione», replicava sorridendo ai giornalisti, compiaciuto di discettare su scenari impossibili con quel tono un po' blasé che non sempre sa mascherare.

I LibDem che "saltano nel letto" - come dicono quassù - di Labour o Tory era davvero iperbole mai sperimentata nel regno di Elisabetta e dei suoi predecessori. E poi in quale letto? Quello, navigato, di Gordon, come vuole l'anima sociale del partito, nato dall'unione dei vecchi liberali con i socialdemocratici scissionisti dal Labour? O quello, illibato, di David, come vuole quella fetta di cuore liberale più centrista, più moderata, più incline al conservatorismo sociale?
Per la sua prima marcia verso il potere, Nick Clegg predilige l'inesperto David Cameron tracciando nel cielo di Londra un asse che se compiuto finirebbe per unire Eton alla Westminster School, distillato delle più aristocratiche scuole superiori britanniche. Prologo, soprattutto, al mondo di Oxbridge, neologismo ormai entrato nel lessico comune che indica le università di Oxford e Cambridge. Dove hanno studiato.

S'intendono meglio anche per via dell'accento arrotato, tanto diverso dalla cadenza scozzese di Gordon Brown. Eppure sarebbe ingiusto leggere negli sviluppi di questi giorni la very special relationship fra rampolli dell'upper class britannica. Non solo, almeno. Soltanto un po'.
L'incontro fra David e Nick era destino finale, piuttosto, di questa strana gara per la palma dell'innovatore, la corona del modernizzatore, lo scettro da condottiero del cambiamento, dopo tredici anni di governo laburista.

All'apertura della campagna elettorale era David la novità, anche perché era costretto a misurarsi solo con la sua opposta metà, colui che pareva essere l'unico concorrente: il più anziano, più esperto, più consumato, ormai liso, Gordon Brown. E invece la Bbc ha fatto follie e, prima ancora, Sky, ma soprattutto, prima di tutte, Itv dove il fenomeno Clegg è sbocciato. Le battute impacciate di Brown e Cameron capaci solo di dire «I agree with Nick», sono d'accordo con Nick, hanno cambiato il destino elettorale inglese, riscritto, senza enfasi, la storia di questo paese. Nick era diventato la vera novità, abilissimo nel pennellare pesanti rughe e lunghi capelli bianchi sul volto politico di David.

Probabilmente già la sera del primo dibattito televisivo, quando i sondaggi annunciavano il trionfo di Nick, già allora, David aveva pensato di dover aprire il suo cuore all'inatteso concorrente. L'essere coetanei ha aiutato, l'aver battuto gli augusti corridoi dei templi accademici anche, l'essersi sfidati per apparire un po' più giovani, un po' più focosi a un pubblico stanco del passo plantigrado di Gordon, è stata la scintilla ultima verso il sodalizio finale. Promettono di spartirsi il paese e giurano di saperlo anche gestire. In queste schermaglie postelettorali hanno prevalso le buone maniere, i modi garbati appresi sui banchi fra una bacchettata e l'altra, per quei gomiti troppo esposti sul tavolo, per quel chiacchiericcio inaccettabile nel silenzio di aule che non hanno mai visto il '68 in stile continentale, in un paese che non ha mai visto nulla davvero assimilabile alla rivoluzione francese. E che, anche per questo, rimane realtà di straordinario fascino e sublime eccentricità, nell'Europa contemporanea.

L'Europa, appunto. Fra le poche cose che avvicinano l'ideologia del partito di Nick e quella del partito di David, l'Europa proprio non c'è. «Perché Nick ha sciacquato i panni a Bruxelles», dicono i suoi supporter ricordando la prima vita di un leader che fu euroburocrate. David no, e la differenza, crediamo, si farà sentire presto.

TRA REGINA E PARLAMENTODa 140 anni la casa dei parlamentari Tory
Il gentlemen's club
A metà strada fra l'abbazia
di Westminster e Buckingham Palace, il St Stephen's Club si trova al 34 di Queen Anne's Gate. È il club di gentlemen di Londra fondato nel 1870 in cui David Cameron come leader Tory tiene regolarmente le conferenze stampa. Tradizionalmente il club è ritrovo dei parlamentari della Camera dei comuni ed è presieduto dal leader dei Tory. Tra i suoi fondatori vi è il due volte primo ministro Benjamin Disraeli.

Passaggio segreto
Il club conserva divani, tappezzerie d'epoca e la vista
sul Tamigi dalla parte opposta
al palazzo di Westminster cui è collegato con un passaggio sotterraneo. Nel 1960 il palazzo
è stato acquistato dal governo
per espandere la sede di Westminster.

Legame ufficioso
Oggi il club è di proprietà di privati e ufficialmente apolitico anche se il legame con il partito conservatore, a partire dalla presidenza, rimane molto forte.

 

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