«La sensazione è che le proteste legittime della gente e dei sindacati siano state offuscate dalla violenza di una minoranza, degenerata nell'incendio nella banca che è costato la vita a tre persone». Raggiunto al telefono, dopo vari tentativi andati a vuoto, Nick Malkoutzis, direttore dell'edizione inglese del principale quotidiano greco Kathimerini, sintetizza la giornata di manifestazioni contro il piano di austerità approvato dal governo e da giovedì all'esame del parlamento di Atene. Prima ha dovuto chiudere il giornale, un'edizione difficile per il susseguirsi drammatico degli eventi e il timore che, dopo le vittime nella filiale della banca Marfin Einaxha, la situazione per le strade della capitale degenerasse.

La redazione di Kathimerini, come quelle di tutte le altre testate giornalistiche, mercoledì è stata richiamata al lavoro in tutta fretta. «Anche il sindacato dei giornalisti aveva aderito allo sciopero generale - racconta Nick - ma dopo la notizia che tre persone avevano perso la vita in seguito alle proteste, lo sciopero è stato sospeso e tutti, a cominciare dalle radio e dalle tv, siamo tornati al lavoro».

Nick Malkoutzis all'altro capo del filo tradisce la stanchezza, ma ciò non gli impedisce di raccontarci con lucidità la situazione nel paese e la lettura che ne dà il suo giornale. «In prima pagina puntiamo prima di tutto sulle immagini delle proteste, a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone per illustrare quanto è accaduto mercoledì. Poi diamo spazio alle reazioni politiche: tutti i partiti in modo unanime hanno condannato la violenza che è costata tre vite umane. Condanna giunta anche dai sindacati che avevano promosso le manifestazioni». Tuttavia, come spesso accade in questi casi, «i partiti si lanciano accuse reciproche sulle responsabilità e noi ne diamo conto».

Il giornale racconta anche la reazione di Andreas Vgenopoulos, l'imprenditore proprietario, tra l'altro, della banca la cui filiale è stata incendiata. «Vgenopoulos si pone come l'antipolitico - racconta al collega italiano il direttore di Kathimerini english edition - e dunque anche oggi, in sintonia con chi protesta contro i tagli imposti dai partner della zona euro e dal Fmi, non se l'è presa con chi protestava ma ha indicato nei politici i responsabili di quanto è successo in Grecia negli ultimi anni, fino ai disordini di questi giorni».

Ora cosa accadrà? «Le proteste continueranno, è inevitabile. Ma l'attenzione ora è rivolta al parlamento dove si discute il piano di tagli alla spesa pubblica. Il Pasok è determinato ad andare avanti da solo e può contare su una maggioranza di 160 seggi su 300. Non ci sono indicazioni di posizioni contrarie da parte di deputati del partito di governo. Il voto però potrebbe provocare una spaccatura in Nuova Democrazia dopo che il suo leader Antonis Saramas ha deciso di votare contro il provvedimento e il suo predecessore Dora Bakoyannis ha detto invece che il voto favorevole è un dovere per un partito liberale come ND. Staremo a vedere. Ma è ora che i politici si assumano tutti la responsabilità di quanto è accaduto e sta accadendo. Il paese deve risollevarsi, non può permettersi di andare più in basso».

Lo salutiamo e gli auguriamo buon lavoro. Come tutti i suoi connazionali, lo aspettano altre giornate durissime.